Bisogna ricominciare daccapo; adesso che abbiamo documenti ufficiali che ci danno dati certi, occorre fare tabula rasa di tutto è rivedere ogni cosa.
Un eroe dei nostri tempi
Salvatore Parolisi è un mare di guai, su questo non c'è alcun dubbio. Per cui, se è colpevole, avrà solo ciò che merita; se tuttavia è innocente, ha veramente fatto un gran casino. Mi sembra uno capace solo di creare guai a sé e agli altri. A seconda di come lo si valuta il caso della sventurata Melania Rea assume due diverse prospettive e valenze. Nell'ipotesi di Salvatore Parolisi colpevole, abbiamo il solito marito stressato che non sa che pesci prendere e uccide la moglie come la soluzione più immediata ai suoi problemi, insomma, un caso di ordinaria amministrazione come se vedono da secoli a questa parte. La faccenda assume connotati assai più misteriosi e sinistri se il colpevole non è Salvatore Parolisi. Se non è stato lui chi diavolo è stato, perché lo ha fatto, qual è il vero movente? Bisogna, dunque, applicare due metodologie differenti a seconda del caso. L'Ordinanza di Teramo, come quella di Ascoli Piceno, sono una vera e propria mannaia che pende sulla testa di Salvatore. Rischia, il don Giovanni Caporal maggiore, un fine pena mai. Si trova in una posizione complicatissima che non ha saputo per nulla gestire né nella ipotesi che sia innocente né nell'ipotesi che sia colpevole. Il Ganimede, l'Adoncino amoroso, alla fine è rimasto vittima delle proprie tresche, sia che queste lo abbiano spinto all'omicidio sia che non c'entrino nulla con la morte di Melania. Tutti i suoi passi, nell'immediata scomparsa di Melania e poi, dopo la scoperta del cadavere, lo hanno portato in un'unica direzione: quella del baratro.
Parolisi è un bugiardo nato. Ha mentito alla moglie, alle amanti, ai parenti, agli amici. Crede che la menzogna sia la strada migliore per ottenere dei risultati e vorrebbe trascinare anche gli altri in questa sua visione della vita. Le sue parole sono sottese a depistare, a confondere, a omettere. Forse l'omicidio, forse solo le sue tresche, forse entrambe le cose. Se, dunque, le sue parole sono mendaci, dobbiamo rifarci soprattutto ai dati oggettivi. Per esempio, agli orari marcati dai tabulati telefonici.
Stabiliamo innanzitutto degli orari:
13:36 - 14:53 -
15:26Il primo orario indica la telefonata della madre a Melania, il secondo lo squillo di Sonia al quale nessuno risponde, il terzo orario la prime delle tante chiamate di Salvatore per cercare la moglie. Quindi abbiamo due spazi temporali:il primo di 77 minuti, il secondo di 34 minuti. In quale di questi due archi temporali Melania è stata aggredita e uccisa? Se nel primo, il colpevole è sicuramente Salvatore Parolisi (SP d'ora in avanti). Se nel secondo, si tratta di un SI di cui ancora non sappiamo l'identità. Ovviamente, è molto più facile che il tutto sia accaduto in 77 minuti che in 34. Già questa prima considerazione non lascerebbe molti dubbi sul coinvolgimento di SP. Ma ripercorriamo gli eventi dall'inizio...La telefonata di Vittoria Garofalo (13:36-13:43)
Ma madre di Melania ha una conversazione con la figlia di 7 minuti. Vuole sapere come sono andate le visite mediche previste per lei e la nipotina Vittoria. A rispondere in prima battuta sarà SP che passerà il telefonino alla moglie impegnata in bagno.
La Garofalo viene a sapere dalla figlia alcuni dettagli che saranno importantissimi per le indagini:
Melania è in bagno
Ha pranzato
Si recherà a Colle san Marco con la famiglia
Alle 16:00 ha un appuntamento presso la madre di Sonia Viviani, una vicina di casa con la quale ha allacciato una buona amicizia.
Si tratta di una conversazione tranquilla che non lascia presupporre alcunché del dramma che di lì a poco si consumerà. Se Melania aveva intenzione di allontanarsi dal marito una volta giunti a Pianoro, non fa trasparire nulla a sua madre.
"Dopo aver pranzato ed aver sbrigato qualche faccenda domestica, mia moglie mi proponeva di andare a prendere un po' di sole sul pianoro di San Marco."
Così esordisce SP nel tardo pomeriggio del 18 aprile 2011 quando sporge formale denuncia di scomparsa. Dunque, sarebbe stata Melania a proporre, così, all'improvviso, di recarsi a Colle. Lo avrebbe fatto subito dopo pranzo. Se questa versione è vera, SP difficilmente sarebbe il colpevole poiché è altamente probabile che si tratta di un omicidio premeditato. Nessuno può smentire o confermare il racconto di SP per cui non si possono fare speculazioni in merito. Vediamo quali sono i probabili scenari
SP dice il vero: In questo primo scenario, SP potrebbe essere innocente.
SP dice il falso: è lui a proporre di andare a Colle con l'intenzione di recarsi però a Civitella. In questo caso ovviamente SP è colpevole, punto è basta.
Come si vede, un presupposto tira l'altro; sbagliato il primo sbagliati tutti. In questo caso, abbiamo la sola versione di SP, per cui questa premessa (Melania decide la gita), fosse anche esatta, non possiamo prenderla in considerazione poiché non si tratta di un dato oggettivo. Anche i Giudici non riescono a sciogliere questo nodo che sarebbe cruciale per le indagini. Tuttavia, non possiamo adottare il metodo di Alessandro che con un colpo di spada recide il nodo Gordiano che nessuno sapeva sciogliere. Questo primo nodo, semplicemente, dobbiamo ignorarlo. Tuttavia, pur non sapendo chi abbia avuto l'idea di recarsi a Colle, sappiamo però che quella gita era prevista, e doveva svolgersi pochi minuti dopo. Secondo SP, in effetti ciò avvenne, si recarono a Pianoro. Ma l'accusa, oggi, asserisce che invece la famiglia si diresse verso il Bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella. Luogo conosciutissimo da SP poiché frequentato molte volte per le esercitazioni. Ma possibile che Parolisi si sarebbe recato in un luogo dove sapeva esserci la possibilità di vedette, come infatti c'erano quel giorno? Oppure, sapeva che le sentinelle non avrebbero potuto dalla loro postazione vedere quale tipo di auto si portava verso il casotto di legno dove poi Melania verrà uccisa?
Il mistero è proprio questo, come ha fatto Carmela Melania Rea a ritrovarsi in un posto piuttosto che in un altro? E perché in questo altro posto ha trovato un orribile fine?
Non è stato frutto di un caso; Melania non si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Questo lo si poteva dire se il fatto fosse avvenuto a Pianoro. A Civitella, con chiunque vi si sia recata, era prevista la sua morte violenta. Poiché, come abbiamo esplicitato, il suo è stato un omicidio premeditato. L'assassino, già armato, già determinato, l'ha con qualche scusa portata alle Casermette. Chi è era costui? E' questa la domanda la cui risposta scioglierebbe l'enigma.
(continua...)