Uno spettro si aggira per Gotham City: quello spettro è Batman
Scusate se rielaboro la celeberrima sentenza marxiana ma, in questo modo, riesco in un sol colpo a darvi qualche indizio su ciò che funziona e ciò che non funziona nell’ultimo film di Nolan, che passo a presentarvi per punti.
Ciò che non funziona: 1) Sceneggiatura semplice. Troppo semplice. Mi stupisco di tutti quei critici che hanno consigliato più di una visione per sviscerare i contenuti del film. Io declino l’invito con un bel “No grazie”, perché non riuscirei a rivedere tre ore di frasi fatte e luoghi comuni come “Non è importante il corpo ma l’anima”, “Per aumentare la forza bisogna avere paura della morte” e via dicendo. Come non riuscirei a vedere ancora il grande eroe tormentato del secondo capitolo ridotto al rango di macchietta. In questo capitolo la scena gli viene rubata da personaggi di contorno che non ci colpiscono più di tanto e i suoi tormenti lasciano il posto a situazioni poco plausibili. Qualcuno dirà che è giusto così. Ma c’è anche chi pensa, e io sono tra questi, che Il cavaliere oscuro - Il ritorno segni un passo indietro importante nell’evoluzione del genere ed elimina con un veloce colpo di spugna la novità che il capitolo precedente aveva presentato. 2) Come anticipato i personaggi non funzionano. Principalmente perché, se nel capitolo precedente l’attenzione era focalizzata sui due protagonisti (Batman e Joker), qui la selva è stata ampliata all’inverosimile senza conferire al film le peculiarità di un film corale. Le varie figure non vengono pertanto approfondite a sufficienza e l’interesse per loro scema precipitosamente. A Batman (C. Bale) manca il tormento, a Catwoman (A. Hathaway) le ragioni del suo sex appeal, a Bane (T. Hardy) la credibilità di cattivo (da qui si capisce la levatura della prova di Joker-H. Ledger) a Miranda Tate (M. Cotillard) la malizia. 3) Zero pathos, nessun combattimento o scena memorabile (vi ricordate, invece, la rapina con cui si apre il capitolo precedente?), nonché numerose riproposizioni di scene già viste. Qualche esempio? La bomba (e come viene trattata) l’avevamo già vista in Spider-Man 2; la modalità con cui Batman deve uscire dalla prigione/pozzo sembra il “salto nella fede” di Indiana Jones e l’ultima crociata (1989, S. Spielberg); Bruce Wayne torna a vincere il male soprattutto grazie alle sue attrezzature come accade con il protagonista di Iron Man 2. Come se non bastasse i combattimenti sono alquanto irreali. Si pensi che quando Batman è circondato gli avversari armati sembrano aspettare di essere sconfitti non sparando neanche un colpo. 4) Il finale (che mi vergogno ad esplicitare) sembra una presa in giro e schiude scenari che non vorremo vedere.
Cosa poteva funzionare (e non ha funzionato): La critica sociale. Ad un certo punto del film parteggiamo per il cattivone Bane perché sembra mettere in piedi una sommossa popolare per il riscatto proletario contro lo strapotere dei ricconi di Gotham (che poi è New York) che hanno corrotto la città (e il mondo intero). Assistiamo dunque a una vera e propria Rivoluzione d’ottobre con immancabile attacco al Palazzo d’Inverno (qui la Borsa) e processi sommari che ci fanno sperare in una sterzata in senso politico del film intero e, magari, in un finale politically uncorrect che abbia la forza di rivoluzionare il tradizionale conservatorismo dei blockbusteroni hollywoodiani. E invece… E invece il tutto si risolve in una critica proprio alla sollevazione popolare, che genera solo anarchia e maggiori ingiustizie e che si scopre essere nient’altro che un piano per una vendetta personale.
Voto: 2 ½ su 5
(Film visionato il 1 settembre 2012)