In una piccola cittadina di uno stato nordico le case e le strade sono sempre pulite, i bambini possono scorrazzare senza paure e tutti sono amici da sempre dacché si conoscono dalla nascita. In questo paese c’è Lucas, insegnante divorziato che ha trovato da lavorare in un asilo e che cerca in tutti i modi di ricostruirsi una vita con l’obiettivo di ottenere l’affidamento del figlio Marcus. Lucas è un uomo affascinante e divertente, soprattutto per i bambini dell’asilo. Tra questi c’è Klara, figlia del suo migliore amico, che lo vede come un punto di riferimento paterno, sino a provare per lui un sentimento che si declina in un regalino e un bacio rubato dato sulla bocca. Lucas mette subito le cose in chiaro: per una bambina di quell’età, regali e baci sono da riservare ai coetanei. È a questo punto che Klara metterà in moto la sua tremenda vendetta, una piccola bugia che darà il via ad un crescendo di accuse che vedranno Lucas incolpato di pedofilia e rifiutato da (quasi) tutta la società.
Lontano dai dettami di Dogma 95 e dalla loro declinazione in Festen (1998), l’ultima opera di Vinterberg si qualifica per un impianto stilistico e narrativo assolutamente classico. Basti pensare alla caratterizzazione dei personaggi: sottili occhiali neri ricordano allo spettatore che Lucas (l’ottimo Mikkelsen) è un uomo di cultura, mentre il suo fisico proporzionato lo rende affascinante (anche agli occhi di una bambina); Klara è una biondina da spot pubblicitario, bella e intraprendente quanto basta per farla spiccare rispetto agli altri infanti del film. La morbosità nello spettatore è presto attivata. Ma il regista mette in atto qualcosa di sorprendente. Benché si sappia fin dall’inizio che Lucas è innocente (diversamente da Il dubbio di J. P. Shanley, 2008), l’interesse per la vicenda rimane alto. Le due domande che permettono questo sono: fin dove si spingerà la società nell’emarginarle e nel torturare fisicamente e psicologicamente Lucas (non a caso il titolo originale è Jagten, “caccia” in danese)? Quando la società scoprirà, se lo scoprirà, che Lucas è innocente lo riabiliterà?
Vinterberg ci fa capire che siamo sì pensanti, ma pur sempre degli animali. Vigono dunque l’atavico istinto di conservazione di sé e della prole nonché la legge del branco. Anche nel 2012.
Voto: 4 su 5
(Film visionato l’1 dicembre 2012)