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Nuova Zelanda in autostop L’ultimo paese dove il pollice alzato è ancora una sicurezza

Creato il 13 agosto 2012 da Angelozinna

Nuova Zelanda in autostop L’ultimo paese dove il pollice alzato è ancora una sicurezzaSi dice che la Nuova Zelanda sia l’ultimo paese dove è ancora assicurato ricevere un passaggio con l’autostop. Viaggiando lentamente, senza troppi piani, in questa terra agli antipodi è ancora possibile muoversi da una tappa all’altra grazie al pollice alzato, ed è facile trovare chi è disposto ad accompagnarvi a destinazione senza chiedere nulla in cambio se non due chiacchere. Le dimensioni e la conformazione di questo Paese sono sicuramente un punto a vantaggio di questo modo di viaggiare, ma anche la sua bassa densità di popolazione, e, di conseguenza, la quasi assenza di grandi metropoli o conglomerati cittadini rendono l’autostop una possibilità da prendere in considerazione per spostarsi a costo zero, provando un’esperienza di viaggio affascinante e stimolante, che va oltre la semplice visita al Paese. Al di fuori delle poche principali città infatti, in Nuova Zelanda è più corretto parlare di villaggi o piccoli centri urbani, in cui gli abitanti vivono ancora ad un ritmo lento, spesso contenti di fermarsi per scambiare due parole con una faccia nuova, magari venuta da lontano, e sentire opinioni sulla propria terra.

Ottenere un passaggio è semplice, oggi più che mai. Con il metodo classico, il pollice alzato, è legale e considerato sicuro fare autostop ovunque tranne che nei dintorni di Auckland, Wellington, Christchurch e Dunedin, dove la State Highway diventa Motorway a più corsie, dove quindi il traffico è significativamente più elevato. Uscire dalle città, dove la maggior parte del traffico scorre in modo circolare, rimane comunque la parte più difficile, quindi per chi ha intenzione di fermarsi a bordo strada in attesa che qualcuno si fermi il metodo ideale è prendere un treno nella direzione desiderata, e scendere ad aspettare una volta usciti dalle aree centrali. Scrivere un cartello con la destinazione può aiutare, ma al contempo non sempre è una buona tecnica, in quanto poter scambiare due chiacchere con il guidatore prima di accettare il passaggio serve a capire con chi si sta per salire in macchina, e rifiutare dicendo di essere diretti altrove se non ci si sente sicuri.

I locali disponibili ad aiutare un viaggiatore sono tanti, ma anche i viaggiatori che esplorano la Nuova Zelanda con un mezzo proprio oppure noleggiato sono molti, e sarà spesso facile aggregarsi a delle persone che stanno già procedendo sul vostro percorso, magari con la stessa mentalità. Chi vi raccoglie dalla strada solitamente non si aspetterà nessun tipo di pagamento e vi porterà al punto più vicino alla vostra destinazione sul suo tragitto, ma trovare passaggi direttamente dalla strada non è l’unico modo per arrivare da un luogo all’altro. Con la tecnologia infatti, diventa facile trovare passaggi in anticipo su siti come Gumtree, che ospitano decine di annunci di viaggiatori che cercano qualcuno con cui dividere i costi di un viaggio oppure semplicemente compagnia. L’autostoppista moderno (se così si può chiamare) trova passaggi così, grazie a internet, dove è possibile mettersi d’accordo in anticipo sul percorso, sulle soste, e magari anche avere modo di conoscersi di persona prima di accettare. Questo metodo, forse meno avventuroso, funziona bene quando non si vuole semplicemente arrivare da A a B, ma, ad esempio, quando si vorrebbe fermarsi lungo il tragitto a vedere qualcosa o quando magari si vorrebbe dividere altri costi con altre persone per periodi più lunghi, come campeggio o mangiare.

Le regole per l’autostop sicuro sono, in breve, le regole del buonsenso. Ricordarsi che chi guida sarà più propenso a fermarsi vedendo una faccia pulita, sorridente, che da una buona impressione, ma anche che non si deve accettare sempre per paura di non trovare altri passaggi, e non c’è niente di male a rifiutare se non ci si sente sicuri. Fare l’autostop da soli è sicuramente più facile, ma avere qualcun altro accanto può essere di buona compagnia, in particolar modo durante le lunghe ore di attesa che senza dubbio capiteranno. Non fermarsi troppo a pensare a cosa potrebbe accadere, essere pronti a parlare con persone di ogni tipo ed a cambiare spesso itinerario, senza fretta e senza programma, sono il bello dell’autostop.

Insomma, viaggiare leggeri, essere aperti, e dimenticarsi di una scaletta rigida sono gli ingredienti che servono per avere successo in un viaggio in autostop. Ma, alla fine, a chi serve davvero una scaletta in Nuova Zelanda?


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