Tempo di annunci e di novità da attendere nell’autunno dei lettori italiani. Da queste parti trovate la segnalazione di un progetto che sembrerebbe davvero curioso e interessante. Bookliners si propone come un social network che in virtù di un accordo con gli editori dovrebbe permettere di lavorare sul formato elettronico dei testi e di scriverci sopra. Quelle stesse pagine, annotate e scarabocchiate con cura o meno da un qualunque utente, potranno essere condivise con altri lettori e così viceversa: la comunità andrebbe dunque a fondarsi sulla condivisione del prodotto intertestuale attorno all’opera.
L’agenzia IDEO ha invece recentemente presentato alcune nuove applicazioni di prossima uscita. Nelson fornirà informazioni addizionali e aggiornate sul testo che si sta leggendo (ad esempio news e discussioni). Coupland promette di essere un aNobii novello: l’obiettivo sarebbe quello di condividere informazioni e tenersi in contatto con altri lettori, sul modello (verrà superato?) di piattaforme già diffuse e presenti in Rete. Alice dovrebbe invece presentarsi come un’applicazione interattiva e in movimento sui contenuti.
Per il resto, nel cuore di tutto questo gran fare di annunci e attese, sappiate pure che quello stesso Web 2.0 è stato tradito: la provocazione – dal motivo di fondo ampiamente condivisibile – è arrivata drittissima da Gennaro Carotenuto ed è stata già rilanciata da Vittorio Pasteris. Verissimo, dunque: l’approccio ai media orizzontali con lo stesso spirito e la stessa “pratica” dei media verticali dilaga, e sembra destinato a continuare ad imperare nella Rete italiana. Come usignoli sugli alberi grandi. Si parla di uso distorto e di incompatibilità tra il messaggio e il media di riferimento.
Anche se il Corriere della Sera o CNN usano Twitter ne distorcono il senso perché tendono a inondare il medium con un overflow di informazione scarsamente gestibile. Lo stesso accade per strumenti come i feed RSS nati per seguire molti media partecipativi con pochi post al giorno ma che diviene ingestibile quando è occupato manu militari da grandi media che pubblicano centinaia di articoli al giorno. Ma questa è una debolezza laterale del medium. Il merito del problema qui è che Sabina Guzzanti, o chi per lei, è una persona che con Twitter parla ad altre persone ma rifiuta ( e quello zero alla casella “following” lo dichiara) di ascoltare.
Da queste parti trovate la lista Twitter degli editori italiani. Si fa un gran bel cinguettare dalla mattina presto: è interessante seguirla e persino il follow è completamente gratis per tutti [sarcasmo, ndr]. Nella maggioranza dei casi, però, la gestione dei profili rimane simile a quella di un ufficio stampa: ovviamente solo di quelli che lanciano news in modello spamming agli indirizzi fuoriusciti dai modulini Excel. C’è chi c’è ma soprattutto c’è chi non c’è. La questione sollevata da Carotenuto del resto non è soltanto un appunto sulle piccole e grandi star dello schermo piccolo…