Nuove etnie religiose, e non solo linguistiche, sullo scenario del territorio italiano

Da Lalunaeildrago

Bruni: “Nuove etnie religiose, e non solo linguistiche, sullo scenario del territorio italiano: da quella Indù a quella Araba”. Così ha affermato Pierfranco Bruni a Matera nella sua relazione allaTerza Carovana della memoria e della diversità linguistica

“Forse dobbiamo già cominciare a parlare di nuove etnie e nuove presenze etno-antropologiche e religiose in Italia”

Ha sottolineato Pierfranco Bruni (esperto di Etnie e Mediterraneo del Mibact) partecipando, con la sua relazione dedicata alla Cultura degli Armeni tra Italia e Mediterraneo, a Matera al Convegno della Terza Carovana della Memoria e della diversità linguistica.

Pierfranco Bruni ha posto all’attenzione sia una questione linguistica sia un fattore etno-religioso. Infatti ha dichiarato che “Se finora abbiamo affrontato la questione delle presenze minoritarie attraverso elementi linguistici ed antropologici, occorre ridefinire non solo il quadro complessivo e articolato delle presenze storiche minoritarie sul territorio italiano, ma guardare con molta attenzione alle nuove etnie storiche che non sono soltanto portatrici di modelli linguistici quanto di realtà profondamente religiose”.

Proprio affrontando la storia degli Armeni e la complessità della loro cultura, tra archeologia, storia e letteratura, Bruni ha avanzato la tesi che bisogna discutere ad ampio raggio su presenze culturali come gli Induisti, gli Arabi, i Musulmani, i Buddisti. “Si tratta, ha detto Bruni, di etnie che pongono un problema religioso all’interno della loro dimensione culturale e antropologica. Mi riferisco, ha proseguito, alla storia religiosa, tra Occidente ed Oriente, degli Arabi che sono comunità in Italia. Mi riferisco ai Musulmani storici che è realtà ben diversa dell’attuale presenza. Mi riferisco agli Induisti e ai Buddisti che sono indicatori di nuove filosofie oltre di tessuti religiosi”. Su questi aspetti necessita, ha, con una attenta analisi, affermato ancora Bruni, una attenzione particolare “perché si intrecciano memorie antiche e vissuti che legano l’Occidente, nelle varie sfaccettature, e i diversi Orienti, in quando dobbiamo porre al centro le diversità sia degli Occidenti e soprattutto degli Orienti”. Una relazione, quella di Pierfranco Bruni, che ha avuto, appunto, una sua specificità proprio perché ha proposto un’asse di riflessione ampia che va molto oltre l’attuale normativa  di legge che interessa le minoranze storiche in Italia. “L’attuale Legge di tutela delle minoranze, ha precisato, infatti, sempre Bruni, è assolutamente datata e priva di una sostanza storica reale che lascia vuoti e contraddizioni. Non può essere più applicabile nel contesto attuale”. La Terza Carovana della memoria e della diversità linguistica, che è iniziata il 16 agosto terminerà il 1° settembre 2015, è  organizzata dall'Associazione LEM-Italia in collaborazione con l'Università degli Studi di Teramo e numerose istituzioni, sta attraversando l'Italia da sud a nord alla scoperta di minoranze linguistiche storiche, territoriali e non territoriali. La Carovana 2015 è un'occasione d'incontro tra operatori, studiosi, studenti e appassionati della diversità linguistica e culturale italiana, europea e mediterranea.