Nuove iniziative della Fondazione Tobino

Creato il 04 novembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da mmagliani su novembre 4, 2011

Articolo di Paolo Russo

(da “La Repubblica” di Firenze del 29 ottobre 2011)

La Fondazione Tobino presenta alcuni importanti progetti. Da una parte l’apertura del museo e l’attivazione della “Fondazione virtuale” che, strumento innovativo di prima qualità, metterà in condizioni gli utenti di consultare cinquemila documenti relativi a Tobino e di viaggiare virtualmente nella sede dell’ex-manicomio anche nelle parti non ancora aperte al pubblico. Dall’altra la costituzione di uno staff di studiosi, diretti da Giulio Ferroni, che scriveranno e studieranno la storia di un angolo di terra (Viareggio-Lucca-Garfagnana) che nei vari atlanti letterari del nostro tempo, di cui tanto si parla in questo periodo, ancora non compare, pur contando su un reticolo di relazioni intense e numerose che partono da D’Annunzio, Pascoli, Carducci, fino a Garboli e Monicelli.
Accanto a questi eventi un lavoro che continua: la Storia orale di Maggiano, un lavoro che intende fare di Maggiano, di Lucca e della Toscana il centro di eccellenza della memoria e del futuro dell’assistenza psichiatrica. Maggiano è entrato nella storia della cura della malattia mentale 236 anni fa e, alla promulgazione della legge 180 del 1978, risultava il più antico manicomio italiano. Una storia lunga, ma in gran parte ancora da ricostruire e da raccontare. Il progetto della Storia della cultura letteraria della Toscana nord-occidentale tra Ottocento e Novecento è molto ambizioso e complesso. Si tratta di scrivere per la prima volta la storia di un territorio ricco di relazioni culturali e fondamentale per la comprensione del Novecento. I due capolavori poetici che aprono il Novecento, editi nel 1903, i Canti di Castelvecchio di Pascoli e Alcyone di D’Annunzio, sembrano come segnare il destino letterario di queste terre: la Garfagnana e la Versilia. A questi esiti va aggiunta la forte suggestione che la vacanza versiliese ha esercitato, fin dal secondo Ottocento, su artisti e scrittori europei di primo piano (come Mann, Rilke e tanti altri). Se perfezioniamo il triangolo con Lucca, l’itinerario letterario si arricchisce notevolmente: da Giacomo Puccini a Lorenzo Viani, da Giuseppe Ungaretti a Enrico Pea, da Mario Pannunzio a Arrigo Benedetti (il giornalismo italiano nasce a Lucca?), da Guglielmo Petroni, a Cesare Garboli, da Mario Tobino a Mario Monicelli, Manlio Cancogni fino a Vincenzo Pardini e Maurizio Maggiani. Nel quadro di questo progetto, prende avvio la costruzione di una ampia opera collettiva, una Storia della cultura della Toscana nord-occidentale tra Ottocento e Novecento, diretta da Giulio Ferroni, per la quale sono in via di definizione i vari capitoli, a cui sono chiamati a collaborare studiosi di diverse generazioni, con particolare impegno di giovani, in seguito ad un ampio lavoro di ricerca bibliografica e archivistica. Nell’ambito globale che definisce il mondo web, docenti e ricercatori, medici e psichiatri, storici e filosofi della scienza, operatori, studenti e, ancor più in generale, tutti coloro che vorranno accedere ad un sapere che incrocia scienza, letteratura ed arte, potranno entrare nelle stanze tobiniane via internet, scrutarne qualsiasi spazio, associarne gli oggetti al percorso medico-letterario dell’autore lucchese. In sintesi, si aprono nuovi percorsi, anche visivi, di conoscenza sul disagio mentale.

 La Fondazione Virtuale si collocherà in tal senso tra le più evolute ed avanzate in Europa: per contenuti privilegiati, facilità esplorativa ed accesso al document-delivery.
 Nelle pagine, realizzate in modo da consentire la piena fruizione di tutti i contenuti in modo semplice ed intuitivo, si trova il meglio di quanto conservato all’interno dell’Archivio Multimediale accessibile presso la sede della Fondazione a Maggiano. Della grande quantità e varietà di materiale raccolto si sono scelti i frammenti e le pagine più significative, per offrire al visitatore una panoramica completa e suggestiva sull’opera e la vita del grande medico e scrittore. Sono stati raccolti i materiali forniti da: Eredi Tobino, Teche RAI, Fondazione Ragghianti, Gabinetto Vieusseux, Centro Nazionale Studi Pirandelliani Agrigento, Italian International Films, Mikado, Lunarossa cinema, Raicinema, Dean film, Films A2, Renn Production, Fandango. Il materiale raccolto, classificato e schedato raggiunge le 5mila unità, così suddivise: bibliografia testuale e critica 1.758; filmografia 17; materiali a stampa, libro, rivista 2.659; materiale grafico 460; registrazione audio/sonora 11; videoregistrazione/video 274; strumenti medici e scientifici 209; articoli quotidiani 27. Si è scelto anche di mettere a disposizione dei visitatori il Tour Virtuale di Maggiano. Le richieste per visitare gli ambienti dell’ex-manicomio giungono numerose e costanti da parte di un pubblico variamente composto: fotografi e documentaristi, storici e studiosi di storia dell’architettura, studenti universitari, scolaresche, appassionati di letteratura, medici e operatori dei servizi psichiatrici. Grazie al contributo dell’Azienda USL2 di Lucca e della Regione Toscana, la Fondazione Mario Tobino ha scelto di riprodurre virtualmente gli ambienti non ancora in fase di ristrutturazione e per questo non ancora accessibili al pubblico.
La tecnica utilizzata consente al navigatore, spostandosi con il mouse, di muoversi attraverso i luoghi più significativi della struttura, ricostruiti tridimensionalmente. In particolare, navigando nelle “stanze di Tobino” è possibile vedere gli oggetti strettamente legati alla vita dello scrittore. L’inaugurazione del Museo ripropone la mostra “Il turbamento curato” (2008, Palazzo Ducale) naturalmente rivista e ampliata. Si tratta di un percorso nella storia medico-scientifica dell’ospedale psichiatrico di Maggiano ma, ancor più, del racconto di una evoluzione: da un approccio organicistico a un nuova concezione che ha come oggetto non solo il cervello ma “la vita interiore, la soggettività dei pazienti”. Un percorso che l’Ospedale psichiatrico di Maggiano ha vissuto trasformandosi da “prigione di matti” a luogo di terapia dove il malato poteva coltivare le proprie capacità e nel quale i medici entravano in relazione con i pazienti. Il percorso si articola in tre ambienti: un itinerario emotivo che partendo dalla profonda disperazione attraverso l’umanizzazione del malato psichiatrico giunge alla liberazione nella poesia. La prima stanza è l’abisso, gli oggetti – le camice di contenzione, il guanto volumetrico di Patrizi – emergono dal buio profondo. L’opprimente colore viola di pareti e soffitto, la disperazione cantata dalla voce di Alda Merini, l’insopportabile odore dell’ammoniaca, segno di pulizia e cancellazione delle identità. La seconda sala propone l’altro volto del ricovero: l’ospedale ha aperto le porte a terapie diverse nel tentativo di entrare in relazione con il malato. Qui trovano spazio gli oggetti di una quotidianità più umana: le urne per le votazioni, le pitture e i lavori manuali prodotti dai malati, le chiavi, le foto. Il buio si è rischiarato, la luce si alterna alla tenebra. Infine, salendo le scale, si giunge all’ultima sala: il luogo della poesia. La malattia mentale si trasfigura nello spazio magico della letteratura di Mario Tobino. Il percorso si colloca in perfetta continuità con le stanze dello scrittore che chiudono il viaggio proponendo un’immersione nella sua casa di “medico, uomo e poeta”. Il progetto Storia orale, il primo nel suo genere nel contesto nazionale, ha lo scopo di recuperare la memoria storica dell’ex Ospedale Psichiatrico, attraverso interviste rivolte a infermieri, dipendenti a vario titolo, medici che hanno lavorato nel complesso ospedaliero, e malati ospitati all’interno della struttura fino alla sua definitiva chiusura negli anni novanta del Novecento. Il progetto, inoltre, ha le potenzialità per diventare un esempio programmatico e attuativo per la Toscana intera, un modello di intervento scientifico indispensabile. La Fondazione si avvale della collaborazione di un comitato scientifico di esperti, di cui fanno parte Giovanni Contini (coordinatore), Linda Giuva e Massimo Baioni. Il progetto è iniziato nel 2011 con interviste rivolte ad ex-infermieri. I prodotti della ricerca, audio e video, saranno rielaborati e resi fruibili attraverso la nuova piattaforma virtuale della Fondazione. L’Ospedale Psichiatrico era strutturato come una vera e propria micro-cittadina i cui abitanti permeavano, con la loro esperienza vissuta quotidianamente, tutto il territorio dell’Oltre Serchio. In altre parole, risulta evidente dalle interviste già effettuate come le esperienze ospedaliere divenissero parte importante dell’immaginario collettivo, attraverso i racconti spesso riportati in famiglia.


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