Nuove opportunità nel sottosuolo della Groenlandia

Da Metallirari @metallirari

Da qualche settimana, la Groenlandia ha compiuto un passo importante per incoraggiare lo sviluppo di nuovi investimenti nel settore minerario. Infatti ha deciso di rimuovere il divieto di estrazione di uranio nelle lande artiche.

La Groenlandia è un territorio semi-autonomo della Danimarca, da molti anni al centro delle attenzioni delle compagnie minerarie grazie alle immense, ma per il momento soprattutto potenziali, ricchezze minerali. Per esempio, detiene abbastanza terre rare (REE - Rare Earth Elements) da poter soddisfare circa un quarto di tutte le forniture mondiali per almeno 50 anni. Ma quest'isola, in parte ancora inesplorata, è ricca anche di oro, metalli di base e diamanti.

La cessazione del divieto di estrarre uranio interessa moltissimi investitori e tra questi svetta la Cina, il più grande consumatore di metalli del mondo. A tal proposito, il primo ministro groenlandese, ha recentemente dichiarato che la gara per il migliore sfruttamento delle risorse minerarie del paese sarà aperto a tutti, senza favorire i concorrenti europei, nonostante gli stretti legami esistenti.

L'economia della Groenlandia è attualmente sovvenzionata per circa i due terzi dalla Danimarca e l'estrazione dell'uranio e delle altre risorse minerarie inutilizzate, avvierebbe un processo di sviluppo industriale che aiuterebbe l'isola ad ottenere l'indipendenza.

Secondo la Greenland Minerals & Energy, una importante società mineraria australiana, la revoca del divieto di estrazione dell'uranio è cruciale per lo sviluppo di Kvanefjeld, un enorme deposito di terre rare nella Groenlandia meridionale, considerato uno dei più grandi del mondo al di fuori dalla Cina. Il deposito potrebbe produrre 40.000 tonnellate di metalli delle terre rare, oltre a uranio e zinco.