Nuove penne...ma non di oche!

Creato il 26 ottobre 2011 da Junerossblog
Seconda Puntata.
Direttamente dalla scrivania di Lullibi.

Ed eccola qui la vostra "grande reporter rosa" (vi ricordo che lo ha detto Libera e non io, quindi declino ogni responsabilità sull'esagerazione però ... mi piace!), con una nuova "Penna" pubblicata sulla Romance Magazine e già conosciuta dagli addetti ai lavori e dalla maggioranza delle naviganti del web.
Avevamo già parlato della mente illogica che possiedo vero? Non ho iniziato questa avventura recensendo i racconti iniziando dal numero 0 della rivista, e neanche continuerò a seguire le uscite, ma scriverò in base all'estro del momento.
Questa nuova vittima ... ops volevo dire protagonista, l'ho conosciuta su Facebook grazie a Giusy Berni (la mia cavia, come ha detto lei. Ma dico io, le buone intenzioni dove le mettiamo?) e, capperi, è scoccata la scintilla. No, non ci siamo innamorate, ma ci siamo trovate simpatiche e in sintonia, sarà per l'ironia comune, sarà che siamo due Aria Aria (non missili, ma segni zodiacali!) con la testa fra le nuvole.
Ammetto di non aver letto suoi racconti o romanzi in precedenza, non perché non mi piacessero, ma solo a causa della mia mal riposta abitudine di non leggere le Rose nostre.
E qui apro una parentesi (un mio vezzo, scommetto che non ve ne eravate accorte) e faccio pubblica ammenda, mi scuso con le scrittrici italiane e ammetto di aver perso molte storie interessanti e al livello di grandi autrici straniere, solo per un mio pregiudizio, ma mi sto rifacendo e mettendo alla pari sia con le Signore del Romance che con le nuove leve (è una faticaccia, sono valanghe di libri).
Acc... mi sono persa, il mio Aria Aria ha deviato dall'argomento principale che era ... era?
Ma sì era lei ... BARBARA RISOLI!
Per continuare a leggere la nostra intervista, basta cliccare su Continua a Leggere!

La conoscete?
Sulla Romance Magazine n. 3 è stato pubblicato "L'alba di un amore", un estratto dal romanzo in lavorazione intitolato "La stella d'oro" e ambientato in Russia, dopo la caduta dell'impero zarista.
E qui casca l'asino, non malignate, non sono io il ciuccio (o lo sono?), ma il periodo storico che non è tra i miei preferiti, insieme a quello delle due Guerre Mondiali; infatti credo di essere tra le poche che non hanno ancora letto "Il cavaliere d'inverno" di Paullina Simmons, libro molto acclamato dalle lettrici.
Quando ho letto l’inizio del racconto, come primissima reazione ho torto il naso, poi ho pensato: "e adesso come faccio? Ho un rifiuto istintivo per queste storie. Proprio non mi vanno giù. O.K. Leggiamolo, ormai ci sono ..."
Ho iniziato a leggere, continuato a leggere e ... troppo presto ho finito. Barbara scrive con ritmo, disegnando con limpidezza la scena tanto da farmela immaginare, e, risultato non facile, farmi dimenticare l'ambientazione a me ostica.
Lei, Zvjiezda è una contessa italiana, lui, Fajzrachman, un voivoda siberiano (cosa sarà? Ma allora sono veramente ciuccia!) sposati per la causa sovietica e non per amore (fino a quel momento) entrambi ferocemente dediti alla causa e, come ho scoperto andando a curiosare sul sito di Barbara, amici di Vladimir. Lenin Vladimir!
In questo brano, Barbara riesce, con poche frasi e dialoghi, a farci intuire il dramma dietro le vite di entrambi, le vicende che hanno forgiato i rispettivi caratteri: lei coraggiosa, testarda, impetuosa, lui, decisamente un Alpha, taciturno, pericoloso e affascinante.
E', sicuramente, un momento topico del racconto e i due, in un crescendo di passione, scoprono le loro carte e, finalmente, si amano. Le parole fanno immaginare sia le vicende precedenti che quelle a venire.
Eh sì, i due protagonisti hanno le caratteristiche che mi fanno amare un libro e poi sognare il seguito della storia. Ed è questa la sensazione che mi ha lasciato la lettura di "L'alba di un amore", la voglia e l'urgenza di leggere l'intero romanzo.
Beh, cara Barbara Risoli, se anche le altre lettrici hanno sentito le stesse sensazioni credo che tu abbia centrato decisamente l'obiettivo.
Chi fosse curiosa di conoscere meglio Barbara Risoli e altri brani di "La stella d'oro" può dare un'occhiata ai due siti della nostra Nuova Penna:
http://risolibarbara.splinder.com/
http://ilsovranolettore.splinder.com/
Barbara, devo proprio chiedertelo, cosa significa "voivoda"? E la scelta dei nomi dei due protagonisti Zv... Zj.. e Faj... acc... sono troppo difficili per me:
-Voivoda potrebbe essere paragonato al nostro titolo nobiliare di ‘principe’ anche se ha dei risvolti storici diversi, tanto che i ‘voivoda’ erano sostanzialmente governatori, ma di stirpe reale. … … Va bene, userò il termine principe, forse ho fatto un po’ troppo la splendida.
Ma come? Non mi conosci? O meglio, non conosci i ‘miei’ nomi? Qualcuno definì i nomi di due miei protagonisti improbabili e la cosa mi piace!!!! Non mi piace usare nomi comuni, non mi danno ‘sangue’ (come definisco io l’emozione di scrivere e non solo).
Svjiezda è un nome sino a un certo punto, in realtà significa ‘stella’ in russo (chiesto a mio marito che è slavo!) e, visto che la nostra protagonista è italiana e viene da Palmanova (città fortezza a forma di stella), ecco perché questo epiteto che il protagonista maschile le dà definendola una stella dentro la stella. Vabbè, diventa lunga, ma ci siam capiti.
Fajzrachman esiste come nome, l’ho estrapolato dal cognome di uno sportivo sovietico (mia grande passione adolescenziale), praticamente sarebbe il nome del padre di questo tipo. Mi piaceva la sonorità e inoltre il personaggio nasce da questa antica, quanto assurda passione.
Vuoi altri ‘meravigliosi’ esempi di Rix names? Eccoteli: Venanzio, Eufrasia, Stolfo, Zoraide, Zaira., Dunamis. E chi mi conosce (pochini lo so), sa bene di chi parlo!
A proposito di “Rix” so che è il tuo soprannome, puoi dirci cosa significa e chi te lo ha dato?
-Grazie per questa domanda che mi dà l’occasione insperata di svelare chi mi ha affibbiato questo nomignolo che poi ho tenuto come ‘marchio di fabbrica’ per le mie iniziative. La responsabile è una scrittrice horror dal mordente niente male, tale FEDERICA D’ASCANI, autrice di DACON IL DELIRIO DEL MALE e ASTRI DI PAURA, editi entrambi da 0111 Edizioni. Io la chiamavo Asky e lei Rix. Anche con lei eran faville… e visto che me l’hai fatta venite in mente, finita questa intervista la vado a disturbare!
Il significato di Rix è evidente, un’abbreviazione di Risoli, in rete si abbrevia tutto!

Da quanti anni ti diletti di scrittura? Parlaci un po' di te e, per favore, raccontaci tante cose della tua vita, vogliamo conoscerti bene:

-Dunque… ho 42 anni, la mia prima poesia me l’ha pubblicata TOPOLINO quando ne avevo nove. I calcoli son facili. Ma concretamente parlando, posso affermare di scrivere da quando avevo 16 anni. Come ogni scrittore che si rispetti, non posso esimermi dall’affermare che per me scrivere è la vita. Banaleeeee!!!! Ma effettivamente è così, anche se la mia tendenza è quella di cristallizzare, metaforizzando, momenti dell’esistenza. Ogni mio romanzo ha qualcosa di vissuto e ben celato. Essendo tutti storici la metafora è assai ardua capirla, ma chi mi conosce bene sa riconoscere, tra le righe, le mie sensazioni, le mie esperienze, i miei veri alterego. La passione di scrivere è un male di famiglia: mio nonno scriveva le sue memorie di guerra, mia madre scriveva splenditi romanzi di fantascienza e paranormali. E visto che mi si chiede di parlare di me, vorrei dedicare un pezzettino di questa intervista proprio a mia madre, morta nell’agosto del 2010 per una malattia bastarda e veloce. Lei era colei che mi sosteneva e mi correggeva, perché era una scrittrice e mi ha lasciato molti suoi scritti, nonché un libro edito che invito a leggere. Si tratta de L’ULTIMA DONNA DELLA TERRA edito dalla 0111 Edizioni, un fantascienza che non potrà che sorprendere, perché anche lei, come me, aveva forse un motto: MAI COME SEMBRA!
Cosa dire di me? Che sono nata sotto il segno dei Gemelli, che ho due cani, due gatti, tre pesci, un marito, un figlio (a proposito di nomi… si chiama Edwin, giusto per non smentirmi mai!). Non amo l’estate, preferisco il buio, non sopporto la retorica e il buonismo. In rete, per scelta, non sono politicamente schierata, ma preciso sempre che ho la mia bella idea e da lì’ non ‘me movo’!
Sostengo i colleghi che reputo di valore, evito le stroncature perché i sogni devono essere rispettati in quanto non fanno male a nessuno.
E colgo lo spazio per tirare le orecchie a chi mi sta intervistando. Il pregiudizio è brutta cosa (ma assai comune e altrettanto umano), perché effettivamente fa perdere molte occasioni di scambio culturale e conoscenza letteraria. Io sostengo in toto il MADE IN ITALY, gli scrittori italiani, coloro che hanno a disposizione una lingua variegata e quasi unica la mondo. Al contrario, io tendo a leggere italiano e sono solita andare a ‘ravanare’ in rete per trovare veri e propri talenti che molte volte si propongono addirittura gratuitamente con lo scarico del loro libro. E’ lì, in quel mondo sommerso, che si celano i talenti. Sono solita segnalarli nel mio blog gemello (quello del LETTORE SOVRANO), dateci un’occhiata ogni tanto e poi lasciate un messaggio per darmi ragione!

Scrivi solo Romance o anche altri generi? Cosa preferisci scrivere?

-Nasco edita con il fantasy-mitologico (quello che poi alla fine gli americani hanno fatto proprio, ma qualcuno lo avesse fatto notare!!!!). Pubblico nel 2006 senza successo e ripubblico nel 2008 L’ERRORE DI CRONOS edito dalla Runde Taarn, libro apprezzatissimo da chi lo legge con una promozione zero. Un miracolo che qualcuno lo conosca, perché io faccio propaganda, ma non sono Mandrake! Esce nel 2009 il sequel LA GRAZIA DEL FATO edito dalla 0111 Edizioni, anch’esso poco promosso, ma non biasimo la casa editrice, gestire un sequel senza il primo è cosa difficoltosa.
Con la 0111 Edizioni esce nel 2008 il mio primo romance, IL VELENO DEL CUORE che a sorpresa si aggiudica il PREMIO IL CLUB DEI LETTORI 2008. Mia madre diceva che non era rosa e forse non si sbagliava: la protagonista e il maschio sono due tagliagola che se la gestiscono negli anni precedenti la Rivoluzione Francese. Sono stata paragonata a Dumas per l’intrigo che ho messo su. Ma supero me stessa (io faccio riferimento sempre a mia madre e ai lettori che mi commentano) con il sequel, LA GIUSTIZIA DEL SANGUE, nel quale i nostri due appassionati eroi si riscattano a modo loro con il tentativo di salvare il re bambino chiuso nel Tempio, LUIGI XVII, ufficialmente morto per la Storia.
LA STIRPE edita da Runde Taarn è un piccolo fantascienza che indirizzerei a un pubblico giovane. Finalista al PREMIO ZENONE 2008, si è aggiudicato la pubblicazione gratuita. Nessuno lo conosce… ovviamente.
Cosa preferisco scrivere? Avventura. In ogni mio romanzo la linea comune è l’avventura. I protagonisti affrontano sempre un’avventura, che sia un viaggio o una missione, ma la suspance e il colpo di scena sono d’obbligo. Storicamente parlando, ho una predisposizione naturale allo studio e alla conoscenza delle rivoluzioni e dei regimi dittatoriali, siano essi di destra come di sinistra. Mi piace osservare, capire e immaginare storie in situazioni estreme come possono essere state appunto le rivoluzioni che hanno sconvolto il mondo. Il romance forse mi piace di più, ma in molti sostengono che non scrivo romance puro, che esco troppo dai canoni, partendo da protagoniste che non sono mai come sembrano e uomini che gestiscono la donna senza mai e poi mai prevaricarla e se lo fanno, ne pagano amare conseguenze. Un’insegnante (e dici poco), anni addietro, leggendo il mio L’ERRORE DI CRONOS affermò che il mio rapporto uomo donna era perfetto. Ne sono andata fiera come un pavoncello per anni.
Però, visto che mi si chiede cosa amo scrivere, io dico anche cosa mi piace leggere. Horror, thriller. Due generi che non saprei mai scrivere.
Come nascono le tue storie? Cosa ti ispira?
-Le mie storie nascono così. Proprio così. Un’esperienza, una canzone, un’immagine e il gioco è fatto. Cosa che tengo a precisare è il mio rifiuto patologico per l’emulazione. Non voglio imitare nessuno, cerco di evitarlo con ogni mezzo, detesterei sentirmi dire che un mio romanzo fa parte del filone di… Sia mai! Mi è capitato di avere scritto delle scene che poi la TV stessa ha proposto per un gioco del destino e ho cancellato tutto. Non mi piace somigliare a nessuno e se accade, sinceramente, mi brucia un po’. Vero anche che la letteratura è vastissima e la somiglianza forse è inevitabile a volte.
Come ho già detto sopra, sostanzialmente le mie storie sono cristalli emozionali, inquadrano un momento, un sentimento, un accadimento. LA STELLA D’ORO, il romanzo di riferimento del racconto che ha scatenato questa intervista, è frutto del dolore che ho provato (e che provo ancora) a seguito del terribile 2010 che mi ha portato via madre e padre in soli 64 giorni. La protagonista è infatti feroce, arrabbiata, senza pietà, perché pietà non ha ricevuto da chi avrebbe dovuto aiutarla. E non dico altro, un giorno forse qualcuno lo leggerà.
Hai in previsione un’uscita con qualche casa editrice famosa?
-Ah! Ah! Ah! Ah! Ma che domanda è? No!!!! Ma hai idea di cosa sia una casa editrice famosa? Ma penserai mica che quelli stanno a guardare me! No, non ho in previsione proprio niente. Ho inviato a destra e manca un mio inedito totalmente romance (ho violentato me stessa per renderlo fedele al genere), ma non ho alcuna speranza di essere selezionata. Il disincanto fa parte della mia muliebre personalità, l’incapacità di illudermi è quel lato razionale che mi rovina le giornate a volte. Sarà che sono ragioniera, seppure per sbaglio, ma i conti li so fare e le cose le so capire. Se poi un giorno, mi contatterà una grossa casa editrice, la prima cosa che chiederò è se sono su Candidi Camera. E quando mi risponderanno di no, io non ci crederò.
Mi si conceda di ringraziare per questa intervista che mi ha divertita e lusingata. Spero di essermi fatta conoscere, anche se con un po’ di pubblicità selvaggia, ma del resto, come Omero disse a Zaira nel mio romanzo L’ERRORE DI CRONOS: non parlar contro te stessa, nessuno lo farà in tuo favore. Giusto? Un saluto a chi ha letto questa intervista e a Lullibi, gentilissima, acutissima e simpaticissima. Credetemi!
Splendido, Barbara Risoli ci ha raccontato della sua vita, facendoci partecipi di fatti anche dolorosi, ma in fondo questo è o non è un blog di amiche?
Adesso, però, mi viene il dubbio che con la prima intervista non ho fatto bene il mio lavoro di “giornalista” e non ho stimolato abbastanza la cavia ehm… l’autrice. Va bene, sbagliando si impara.
Care ragazze, ho incuriosito quelle di voi che non conoscono Barbara Risoli e ancora non hanno letto la Romance Magazine? Se la risposta è sì, comprate la rivista e leggere il racconto e vedrete che concorderete con me, oltre a conoscere altre scrittrici e leggere articoli interessanti e divertenti. E poi, non dimenticate che ci sono anche quel prezzemolo della Ross e quella tenerissima e paziente ex nubenda, ora sposa, Eleonora.
Alla prossima puntata
Lullibi


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