"Tornando in Fiera, balza all'occhio la rarità di esordienti o giovani scrittori italiani. Sulle nuove copertine brillano nomi noti, se non notissimi; e quasi tutti sopra i quaranta. Dove sono finiti gli altri? Che cosa stanno facendo? Sono gli editori a ignorarli, a non avere la pazienza di crescerli, o forse sono loro che preferiscono scrivere libri per ragazzi da pubblicare come libri da grandi? "
Ci si lamenta spesso che la letteratura per l'infanzia non viene considerata dalla critica, ma ci si dovrebbe lamentare anche di come viene poco considerata anche dagli scrittori stessi che pensano di poter scrivere per ragazzi senza avere abbastanza motivazione (e le ragioni per cui vengono pubblicati sono quelle di prima). Difficilmente, a mio parere, raggiungono la sensibilità artistica, quel modo di vedere dal punto di vista del bambino o del ragazzo come invece hanno avuto Gianni Rodari a suo tempo, o Roberto Piumini ora, per dirne due. In poche parole: quando non sai che scrivere, scrivi per ragazzi.
Questo lascia ancor meno spazio agli esordienti, soprattutto agli scrittori, i mestieranti della parola, mentre per gli illustratori sembra esserci un mercato più aperto e molta voglia di ricerca del nuovo. Non ho una visione completa del mercato perché per averla dovrei essere un addetto ai lavori, ma mi sembra quasi evidente, frequentando librerie e biblioteche, che gli illustratori oggi hanno più spazio.
Tutto ciò è dovuto anche alle notevoli vendite dei libri per la prima infanzia (0-6 anni), mercato su cui puntano parecchie case editrici. Sono quei libri illustrati, con poche parole e tante immagini, che si prefiggono di inizializzare il bambino alla lettura, ovviamente mediata da un lettore adulto. Al bambino viene offerta un'esperienza sensoriale completa: dall'ascolto del racconto all'osservazione delle illustrazioni, dalla esperienza tattile a quella olfattiva (c'è anche questo). C'è quindi molto lavoro di redazione piuttosto che di scrittura.
Beatrice Masini continua:
"...E con questo interrogativo entriamo nella perigliosa terra di mezzo dei romanzi per l'adolescenza lunga che va dai tredici ai vent'anni, dove lapidi, vampiri e angeli spiumati si contendono ancora il campo, ma le proposte degli editori stranieri, americani in testa, si concentrano su un genere ancora poco esplorato: la fantascienza andata a male, la distopia."
Tra chi ha deciso di scommettere c'è la Gallucci Editore che ha da poco pubblicato in una collana per ragazzi un classico tra i classici, un racconto che ogni appassionato di sci-fi deve leggere. Si tratta di I nove miliardi di nomi di Dio. Il libro ha, oltre a questo di Arthur C. Clarke, anche un racconto di Richard Matheson, altro genio della letteratura di genere, e un racconto di Margaret St. Clair. I disegni sono di José Muñoz.
http://www.galluccieditore.com/index.php?c=scheda_bibliografica&id=286
Gli stessi scrittori di fantascienza preferiscono il fantasy quando entrano nel mondo della letteratura per ragazzi. Come ad esempio a Serge Brussolo che ha esordito nel mondo della letteratura per ragazzi con la collana dedicata a Peggy Sue (edita in Italia da Fanucci), che attualmente conta una decina di volumi, alcuni dei quali anche divertenti. Consiglio di leggere almeno Il giorno del cane blu. La De Agostini invece ha pubblicato Cyboria. Il risveglio di Galeno, una fantascienza che rientra nei canoni dell'avventura tipica dei romanzi di Pierdomenico Baccalario.
L'articolo di Beatrice Masini:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-03-27/bologna-porta-lettori-tasca-082050.shtml?uuid=AapfCwJD