Nuovi barbari: Dj Spooky aka Subliminal kid

Creato il 27 maggio 2011 da Mdalcin @marcodalcin

Dj Spooky aka Subliminal kid è un personaggio emblematico della nostra epoca postmoderna. Nato nel 1970, vive a New York e insegna Music Mediated Art. Uomo dai mille interessi e dagli innumerevoli talenti, Subliminal Kid è pittore, filosofo, sociologo, dj, autore e produttore. Conosciuto soprattutto per la sua produzioni musicali, è un appassionato di nuovi media, tanto da cimentarsi nel remix di un discorso del guru dei nuovi media Mcluhan. Dj Spooky è una di quelle persone che non stanno mai ferme, curiose, piene di interessi, in costante movimento e protese verso il miglioramento: in qualsiasi campo si applichi è sempre un passo avanti rispetto agli altri.

Subliminal kid usa l’arte per criticare la società e lo fa attraverso l’ironia e la ricontestualizzazione, attraverso installazioni e happening artistici. Promotore della digitalizzazione in tutte le arti, parte dalla musica per arrivare alla scrittura; usa brandelli di suoni, campionamenti, li riunisce e li mescola per produrre qualcosa di nuovo e originale. Rielabora il vecchio, il già sentito, per generare nuovo senso all’esistente ormai logoro.

Amante della ripetizione, ossessionato dal loop, dalle strutture rizomatiche (devoto delle teorie di Deleuze e Guattari) pratica la psicogeografia, il vagabondaggio mentale alla continua scoperta della realtà. Costantemente in  tensione verso la creazione di nuove forme d’arte, la scoperta di nuovo scenari e nuovi mondi, dj Spooky è un nuovo barbaro, un giovane che ama surfare sulla superficie delle cose, transitare da un’arte all’altra senza soluzione di continuità. Non è altro che un selezionatore, un dj di musica e idee, individua le migliori e le unisce, trova i pattern comuni, combina diversi stralci di informazione per formare una nuova realtà.

Da non perdere il libro curato da Subliminal Kid uscito per Arcana verso la fine del 2010, SOUND UNBOUND: “una imponente, fondante raccolta sulla cultura multimediale contemporanea, in cui figurano, tra gli altri, testi di Brian Eno, Steve Reich, Moby, Chuck D, Jonathan Lethem e Bruce Sterling che affrontano il rapporto immagine-suono, riconsiderano la questione sull’originalità già sollevata dagli scrittori Beat e intendono il linguaggio contemporaneo, in tutte le sue forme espressive, come un virus la cui contaminazione è accelerata e le cui possibilità vengono moltiplicate dai nuovi mezzi digitali.”


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