Sono questi nuovi giorni di un lungo peregrinare nella Storia.“S” maiuscola, il resto minuscolo; come in una sorta di mitizzazione dell'ineguale sempre in divenire.
È un pensiero sul tempo, sui frantumi di un'eternità che tarda a contraddirsi in “termine”.
E' dunque domani un altro lungo giorno di un nuovo passato? Presto sarà sor-passato.
E ricorrendo a te, vecchio futuro sconquassato dalla compresenza, ci s'impallidisce al pensiero di un mancato riscontro in termini di aspettative e di miraggi.Perché si spera sempre di non avere domani quello che si è oggi; in un astuto tira e molla tra l'essere e l'avere che rubi la scena all'obbligo morale del disincanto.
Se così non fosse, nel riscontro dell'immagine di sé si frantumerebbe la primavera del Sogno.