Noi siamo per la libertà di parola se chi parla si assume la responsabilità di ciò che dice
Ci piace chi ci scrive per rilevare eventuali criticità e avanzare proposte volte a migliorare l’organizzazione dei nostri corsi di studio e lo fa mettendoci nome e cognome. A loro prestiamo la dovuta attenzione e ci impegniamo, laddove è possibile, ad andare incontro alle loro richieste, quasi sempre motivate, affrontando anche le polemiche connesse ai disservizi, talora inevitabili, in una grande istituzione.
Non ci piace chi ricorre a nickname e indirizzi di posta fittizi per esternare personali pareri, diffamare l’istituzione e offendere persone che svolgono quotidianamente il loro lavoro.
A tutela dell’istituzione universitaria, cui la direzione del dipartimento è tenuta, e delle singole persone eventualmente coinvolte abbiamo verificato presso la Polizia Postale le possibile azioni giudiziarie da intrapprendere verso comportamenti che nascosti dall’anonimato diffamano e insultano in rete il nostro operato. Confidiamo che questo malcostume si esaurisca, lasciando spazio a chi ha proposte, idee, suggerimenti per migliorare la propria e la nostra vita universitaria.
Ma intanto riflettiamo su quanto ha scritto “La Sapienza” sul suo Blog, ed è un argomento che ho trattato in alcuni articoli pubblicati su di un blog aziendale dal titolo “Framing/ Titel. Non pensare all’elefante” e “Titel, le competenze informatiche richiedono un serio e costante lavoro di studio“.
Borghezio come molti parlamentari Leghisti,(L'eterno dito di Bossi padre e figlio ) non avendo argomenti si aiutano con il gesto.
Qui per concludere, oltre ad esprimere solidarietà alla prestigiosa Istituzione Universitaria di Roma “La Sapienza”, ci si augura che si senta la necessità, e che siano varate nelle scuole dell’obbligo attività di eduzione e di orientamento alla buona educazione, tese a migliorare i rapporti ‘tra persone’ e ‘tra persone e istituzioni’.
Loro fanno i gesti e noi vorremmo educare meglio i figli a scuola?
Allo stesso tempo si ritiene che non sarebbe affatto inutile approfondire la questione del “Diritto di espressione del pensiero” in pubblico ovvero il ”Diritto alla libertà di stampa”, possibilità oggi facilmente offerte dai Nuovi Media, per la maggiore diffusione di tali mezzi che si traduce in attività di dialogo su pubbliche bacheche, tanto diffuse che si rende, a mio avviso, una necessaria una formazione di base per gli utenti più giovani. Tuttavia, bacheche e muri sembrano la stessa cosa (salvo errori).
Tali attività educative andrebbero intese nel senso del potenziamento dei diritti della persona e del diritto al rispetto ed alla considerazione (e la tutela) innanzitutto di se stessi e quindi di terzi, e non già nella limitazione dell’agire o del dialogo.
Antonio Conte