Fonte: Calcio.fanpage.it
Ancora orrore e paura in Egitto: dopo gli scontri del 1° febbraio scorso con la morte di 74 persone in occasione del match tra l’Al Masri e l’Al Ahli, torna purtroppo l’incubo della violenza nel Paese africano. La cancellazione della Premier League egiziana e soprattutto la sospensione da parte della Federcalcio locale della squadra di casa, ha mandato su tutte le furie i tifosi dell’Al Masry scesi ancora una volta in piazza a Port Said.
Un ragazzo di 13 anni ha perso la vita – Nel corso dei violentissimi scontri con le forze dell’ordine, secondo quanto riportato dal quotidiano “Al Ahram”, un ragazzino di soli 13 anni ha perso la vita dopo essere stato colpito da un proiettile alla schiena. Nonostante i tempestivi soccorsi non c’è stato nulla da fare per lo sfortunato tredicenne morto poco dopo in ospedale. Decine i feriti negli scontri che hanno fatto ripiombare l’Egitto nell’incubo della violenza. Una nuova terribile “puntata” di questa excalation di scontri che rischia di non fermarsi
Occhi puntati sul processo – Con il campionato cancellato l’attenzione di tutti gli egiziani e non solo è sul processo sui fatti del 1° febbraio che potrebbe riservare numerose sorprese. Infatti secondo quanto riportato da Eurosport oltre alle 75 persone rinviate a giudizio per omicidio e negligenza ci sarebbe, tra le fila degli imputati, anche il general maggiore Samak, responsabile della sicurezza di Port Said. Secondo le indagini infatti, gli scontri potrebbero essere stati pianificati con gli agenti di polizia che avrebbero consentito ad una parte del pubblico di entrare allo stadio con oggetti contundenti, e non solo.
Marco Beltrami