Un risultato simile era stato stabilito recentemente da uno studio sociologico americano dove si sosteneva che chi frequenta la chiesa ha molte più probabilità di finanziare progetti umanitari rispetto a chi non è religioso (cfr. Ultimissima 19/6/11).
Lo stesso risultato è riportato in questi giorni su “Social Behavior and Personality: an international journal”. La ricerca si è svolta a Taiwan, essendo un’area con un buon mix di religione popolare, ateismo e religioni (buddismo e cristianesimo). I ricercatori Hiewu Su e Tungshan Chou, docenti presso la University of Taiwan, hanno testato un campione rappresentativo di persone provenienti, come già detto, dal cristianesimo, buddhismo, religioni popolari (come taoismo) e ateismo.
I dati hanno indicato chiaramente che gli adulti taiwanesi (compresi i non religiosi) hanno maggiori probabilità di fare donazioni verso enti di beneficenza sostenuti da persone religiose. Inoltre, è anche evidente che le persone non religiose appaiono molto meno inclini a fare beneficenza rispetto alle altre categorie di persone. «Aderenti delle grandi religioni, (buddisti e cristiani)», si legge nello studio, «d’altro canto, sono molto disposti a fare beneficenza e questo è probabile che sia causato direttamente dall’adesione agli enti cui sono affiliati». In particolare, le persone di fede cristiana mettono a disposizione maggior tempo e maggiori somme di denaro rispetto a buddhisti, religiosi popolari e non credenti.