Nuovi New York Knicks – © 2015 twitter.com/NBAcom
Il primo anno di Phil Jackson alla presidenza dei New York Knicks si è concluso nel peggiore dei modi, facendo segnare il peggior record di sempre nella storia della franchigia: un inguardabile 17-65, che in una città come la Grande Mela fatica a passare inosservato. Eppure, il motto “In Phil we trust” continua a riecheggiare nel Madison Square Garden e la fiducia riposta in Coach Zen e in Derek Fisher sembra essere l’ultimo barlume di speranza per Dolan e i fan blu-arancio per riscattare troppi anni di delusioni cocenti, passati a guardare sul divano la post-season.La nuova stagione sarà impostata con il solito marchio di fabbrica di Jackson, quel Triangle Post Offense che lo ha reso il coach più titolato di sempre, e il nuovo roster dovrà essere arricchito di elementi in grado di giocare una tattica così difficile e complicata da assimilare, che richiede tanta velocità di pensiero, molta intelligenza tattica, visione di gioco e una buona precisione nei tiri dalla media e lunga distanza.
Tuttavia, nemmeno la sorte è stata benevola con la franchigia di Jim Dolan che, dopo una stagione passata a “tankare”, ha dovuto accontentarsi solo della 4 scelta al Draft 2015, vedendosi sfuggire i due prospetti più interessanti: Karl-Anthony Towns volato a Minnesota e Jahlil Okafor approdato a Philadelphia.
Così Phil Jackson ha puntato tutte le fiches su un potenziale Steal of the draft: Kristaps Porzingis, lettone classe 1995 arrivato da Siviglia, ala grande di 212 cm dalle mani molto delicate, più volte paragonato dalla critica ai primi Dirk Nowitzki e Danilo Gallinari e soprattutto a Pau Gasol, fedelissimo di Phil Jackson ai tempi dei Lakers, e di cui si spera ne possa seguire le orme. Già messosi in mostra nella Summer League, ha mostrato grandi percentuali di tiro e ottime capacità di rim protector, stoppando per ben 3 volte i tentativi di Jahlil Okafor.
Ma il coach Zen ha pescato ulteriormente nei prospetti del Draft, assicurandosi le prestazioni dell’ex Notre-Dame Jerian Grant, scelto alla 19 prima dagli Wizards, poi girato agli Hawks e infine scambiato con i Knicks in un’operazione che ha portato Tim Hardaway Jr. ad Atlanta. Il playmaker classe ’92, nipote della leggenda NBA Horace Grant, ha confermato le aspirazioni dei dirigenti blu-arancio risultando il migliore dei suoi nella Summer League con circa 12 punti di media.
Liberando spazio salariale con le cessioni avvenute nel corso della stagione di JR Smith, Iman Shumpert, Sam Dalembert e con la scadenza dei contratti di Andrea Bargnani, Jason Smith, Cole Aldrich e Aleksej Shved, Phil Jackson sperava di affiancare a Carmelo Anthony almeno un forte centro da pescare nella ricca Free Agency 2015 e invece, sia Lamarcus Aldridge che Marc Gasol, senza dimenticare Greg Monroe e Brook Lopez, hanno preferito declinare l’offerta giudicando il progetto Knicks troppo lontano da un’eventuale lotta per il titolo.
Unico centro di valore rimasto appetibile nella Free Agency era il 27enne Robin Lopez, liberato dal contratto di Portland dove nell’ultima stagione aveva messo a segno un record da 9.6 punti e 6.7 rimbalzi di media. Robin approda nella Grande Mela sulla sponda opposta al fratello gemello Brook, firmando un quadriennale da 54 milioni di dollari. Buon giocatore in post basso e con un discreto tiro dalla media distanza, Lopez è stato scelto soprattutto per la sua abilità in fase difensiva, e potrà formare una coppia di lunghi titolari ben assortita con Porzingis.
Dai free agent di Portland, Jackson ha firmato pure Aaron Afflalo, per due anni a 16 milioni di dollari, anche se sul secondo è prevista una player option. La SG ex-Denver Nuggets sarà con ogni probabilità un altro starter e le sue abilità nel tiro da 3 fanno prevedere una buona armonia con gli schemi di Fisher. Con 13.3 punti di media nella passata stagione, divisi fra Portland e Denver, il suo ruolo da “catch and shoot” è sempre più in via d’estinzione nella Lega e un vero affare per New York visto le cifre ridotte con cui è stato messo sotto contratto.
Il roster è stato poi integrato da due ulteriori innesti, importanti per allungare le rotazioni: Derrick Williams e Kyle O’Quinn. Il primo, arrivato senza contratto da Sacramento, ha firmato per due anni a 10 milioni, è un’ala grande eclettica ed esplosiva di 24 anni, 2° scelta al Draft del 2011 e ancora in attesa di una consacrazione; il secondo è arrivato da Orlando in cambio di una seconda scelta al Draft 2019, potrà essere un buon lungo di rincalzo anche se il suo contratto quadriennale da 16 milioni di dollari farebbe pensare a un utilizzo più cospicuo, in più è un prodotto di casa essendo nato proprio a NY e quindi molto apprezzato dal pubblico.
Sono poi stati riconfermati con un contratto annuale da 1.65 milioni di dollari ciascuno sia Lance Thomas che Lou Amundson, arrivati nella Big Apple nella seconda parte della passata stagione e che avranno il ruolo di aiutare i neo arrivati nel sistema d’attacco adottato da Fisher.
We can't wait to see our new #Knicks in action! https://t.co/mTt6WjXjNU pic.twitter.com/2fU9VJ2550
— NBA New York Knicks (@nyknicks) July 14, 2015
Sarà un roster prevalentemente proiettato verso il futuro, con tanti Under 25 in attesa di consacrazione definitiva: si pensi a Langston Galloway e Cleanthony Early, giovani che tra alti e bassi hanno già testato lo scorso anno i parquet NBA con discreti risultati; soprattutto il primo, che dopo aver iniziato la stagione nella D-League, ha ottenuto un contratto grazie a 12 punti di media che gli sono valsi anche la nomina nel second All Rookie Team.
Phil Jackson rischia tutto, lo sa bene, non è arrivato nessun big e la squadra sembra essere ancora una volta di livello troppo basso anche solo per sperare di giocare i playoff nella desolata Eastern Conference. New York non gli perdonerebbe un’altra stagione fallimentare, e l’umore di Melo Anthony, che già lo scorso anno aveva mostrato ampi segni di insofferenza, potrebbe cambiare in negativo in breve tempo. Vero che anche la prossima estate ci sarà la possibilità di operare sul mercato dei free agent, con l’aumento del tetto salariale e tanti giocatori interessanti, ma è anche vero che l’ennesimo anno negativo e sotto traccia, lontano dai vertici e senza grande crescita, rischia di far ripetere ai Knicks l’offseason di quest’anno (o un po’ quello successo anche ai Lakers quest’anno), ovvero vedersi rifiutare da tutti i migliori giocatori sul mercato.
Buona fortuna vecchio coach Zen…