Nymphomaniac vol. 2, l’atto conclusivo della polifonia erotica di Lars Von Trier

Creato il 23 aprile 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

23 aprile 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema •

Il consiglio di Federica De Masi

Summary:

La polifonia sul sesso e sull’amore di Lars Von Trier ritorna al cinema dal 24 aprile per l’atto conclusivo

Siamo arrivati, insieme a Seligma (Stellan Skaarsgard), il nostro orecchio, al capitolo V della vita di Joe, la “sessodipendente” protagonista di Nymphomaniac, l’ultimo film di Lars Von Trier (Dancer in the dark). Terzo capitolo della trilogia sulla depressione (Antichrist, Melancholia) e rinnovata indagine sulla natura dei sentimenti d’amore e erotici, legati all’universo psicologico femminile, e sul senso della vita, Nymphomaniac si è rivelato geniale e ironico sotto molti punti di vista. Provocazione meno provocatoria, più concreto e meno sperimentale rispetto ad altri suoi lavori, il primo volume di quello che è un dramma erotico non scandalizza se non gli sguardi più sensibili e puritani, scorre liscio e lascia in bocca un po’ di amaro, ma soprattutto il desiderio di assaporarne la seconda parte, che conclude la storia. Una seconda parte in cui vedremo “in azione” Charlotte Gainsbourg, per ora voce narrante (la materia del film anteposta allo spirito incarnato da Seligma, l’uomo che la soccorre in strada dopo un’aggressione) che raccoglie il testimone dalla brava  e coraggiosa esordiente Stacy Martin, che si mostra senza filtri e veli, e ci accompagna sempre più giù, fino alla disperazione.

Dove eravamo rimasti con la pesca alla mosca? Nei primi cinque capitoli abbiamo assistito alla perdita della verginità di Joe, all’adesione ad un movimento di protesta contro l’amore in cui l’unico credo è “Mea vulva, mea maxima vulva”, alla scoperta dell’attrazione irraggiungibile per Jeròme, al disfacimento intrinseco dell’amore cristiano, nel capitolo dedicato alla famiglia H in cui si apprezza la sublime interpretazione di Uma Thruman – alias Mrs. H -, al suo rapporto idilliaco con il padre e all’orchestrazione a tre voci dell’amore carnale. L’esplorazione sessuale di Joe è arrivata ad un punto critico: l’assenza di sensazioni e la negazione del piacere sessuale stesso. L’atto sessuale è l’unico mezzo della protagonista per manifestare un’allontanamento dai sentimenti, perché l’amore sotto qualsiasi forma è fonte di distorsione, di sofferenza, di negazione sotto forma di menzogna.

Sono tre i restanti capitoli che vedremo in Nymphomaniac vol II: il VIº dedicato al rapporto tra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente, in cui si affrontano il senso di colpa, la gioia, il dolore e il piacere, tutti punti che hanno a che fare con le religioni, tutti più vicini di quanto si possa immaginare; il VIIº dedicato allo specchio e all’immagine che che viene duplicata in esso, sempre imperfetta rispetto all’originale, un alter ego con cui Joe deve fare i conti; l’VIIº e ultimo capitolo s’intitola “La pistola” e riguarda l’astrazione di se stessi sugli altri, il cambio di punto di vista che può aprire nuovi orizzonti…

Fra i nuovi volti attesi in questo secondo appuntamento cinematografico troviamo William Dafoe, che dopo Antichrist collabora nuovamente con Von Trier, Jamie Bell, il Billy Elliot di Stephen Daldry ultimamente visto in Snowpiercer, Udo Kier, Mia Goth. La carne c’è e il fuoco è ancora alto, l’unica cosa da fare è staccare il biglietto del cinema e assistere alla conclusione di Nymhomaniac. Appuntamento al 24 aprile.

Federica De Masi per Oggialcinema.net


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