O cuore, fa' conto d'avere tutte le cose del mondo

Creato il 04 novembre 2011 da Paciampi

O cuore, fa’ conto d’avere tutte le cose del mondo,Fa’ conto che tutto ti sia giardino delizioso di verde,E tu su quell’erba fa’ conto d’esser rugiadaGocciata colà nella notte, e al sorger dell’alba svanita
È stato molte cose insieme, forse molte vite simultanee, Omar Khayyam, poeta persiano la cui biografia si perde nella notte della storia e della leggenda.
Poeta, ma anche astronomo, matematico, filosofo. Dicono che fosse raffinato e irascibile, indulgente e pigro, ironico e malato di nostalgia. Riverito da molti, insultato da tanti altri.
E c'è chi lo ricorda come la voce di un Islam tollerante, chi come un miscredente che amava il vino e i piaceri più effimeri, chi come un mistico che, come tutti i mistici, sfugge al giudizio esatto, quello che intende definire e incasellare.
Molte cose, davvero. Ma nelle circa duecento quartine che ci ha lasciato (moltissime altre gli sono state attribuite nel tempo) c’è soprattutto l’uomo che si interroga, l’uomo che si mette a nudo per afferrare il senso del suo cammino su questa terra.
La sua voce ci arriva da lontano e ci accompagna ancora oggi, come quella dell’amico con cui è facile condividere, la parola, il brindisi, il silenzio. Per poi abbandonarsi pacatamente alla vertigine del tempo che passa.
Poiché non sono verità e certezza in nostro possesso,Non si può con speranze dubbiose aspettare tutta la vita.Il palmo della mano non deve lasciare la coppa del vino.In tanta ignoranza dell'uomo che importa esser sobri o ebbri?

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