‘O pezzullo ‘e baccalà. Storia e ricetta del baccalà fritto alla napoletana

Creato il 16 dicembre 2014 da Vesuviolive

Il baccalà è un secondo piatto a base di pesce molto diffuso nell’entroterra campano, importato per la prima in Italia durante il periodo delle Repubbliche Marinare. Viene consumato fritto nel cenone della Vigilia di Natale. Piccola curiosità simpatica: a Napoli e dintorni è facile sentire l’espressione “Sie nu baccalà!” per indicare una persona poco sveglia e per nulla recettiva.

Tutte le più importanti e grandi aziende di importazione e conservazione del baccalà sono concentrate in Campania. Antonio Parlato, nel libro “Sua Maestà il Baccalà“, ha scritto una filastrocca ironica  sul baccalà:

Nei mari del Nord, tra un tuffo e uno spruzzo viveva beato il Pesce Merluzzo. Ma un giorno i Vichinghi dagli elmi a stambecco lo videro, e allora lo fecero secco. Strappato, a milioni dal placido Abisso e all’aria asciugato: è lo stoccafisso. I Baschi, che stavano un poco più in basso vedendo i merluzzi restaron di sasso: e i pesci, pescati con furia bestiale ficcati in barile restaron di sale. Nel mondo dilaga la gran novità: che grande sapore! Cos’è? Il baccalà!

Ecco la ricetta per prepararlo.

Ingredienti
500 gr di baccalà
farina
olio per friggere

Procedimento
Dissalate bene il baccalà qualche giorno prima della consumazione, cambiando spesso l’acqua. Dividetelo a pezzetti. Prima di passare alla frittura, asciugate bene il baccalà con della carta assorbente o con uno strofinaccio pulito. Dopodiché infarinate ogni pezzetto.

Scaldate l’olio e quando sarà ben caldo iniziate a friggere ogni pezzo facendoli diventare dorati. Lasciate colare l’olio in eccesso e disponete i pezzetti su un piatto da portata per servirli.


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