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Il Presidente americano Obama ha confermato la partecipazione al G20 di San Pietroburgo, ma il faccia a faccia con Putin, previsto prima del summit, è stato cancellato.
L’amministrazione USA ha preso “una pausa negativa”. E’ così che il capo della commissione esteri, Alexey Pushkov, ha definito l’atteggiamento degli Stati Uniti che, con questa decisione, “non contribuiscono a risolvere nessuno dei problemi”. L’ondata di gelo tra Russia e Whashington si è scatenata subito dopo la decisione del Cremlino di offrire asilo politico all’ex contractor della NSA, Edward Snowden.
Confermato invece il bilaterale di oggi tra John Kerry e Chuck Hagel con in ministri russi Lavrov e Shoigu per discutere di questioni internazionali.
Non è soltanto il caso della “talpa” del Datagate a provocare le attuali tensioni tra i due stati: la questione dello scudo antimissili sembra quella più irritante e verrà trattata con una certa priorità. Durante la riunione, oltre alle controversie sugli armamenti e i diritti umani e civili, altro tema importante sarà la vicenda siriana; il ministro Lavrov dovrebbe, infatti, spingere per la convocazione della Conferenza Internazionale di Pace.
Nel 2009 proprio Lavarov e Hilary Clinton avevano dato simbolicamente inizio al programma START con la consegna di un grande pulsante rosso che avrebbe aperto un clima di nuove collaborazioni.
La situazione tornò ad inasprirsi nel 2012 con il ritorno di Putin alla guida della Russia. Dopo le minacce russe di attacco alla basi Nato in Est Europa e l’intercettazione di bombardieri russi in Alaska, il culmine dell’attrito si ebbe con la decisione del Parlamento russo di vietare le adozioni di bambini russi a famiglie americane.
Il caso Snowden è quindi l’ultimo atto dei continui problemi tra le due potenze mondiali. Ora c’è il G20 e la tensione tra Obama e Putin cresce.
Articolo di Olga Anna Furchì