Obama è ancora Mister Mondo

Creato il 07 novembre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Perde Indiana e North Carolina, ma vince per la seconda volta le presidenziali. Adesso lo attendono quattro anni di governo tutt’altro che facile: riuscirà a resistere alla tentazione iraniana?

Ricordo con estrema lucidità una mattina di quasi trent’anni fa. Ero a scuola, presso un istituto salesiano. All’epoca nessuno aveva mai sentito parlare di preti pedofili, fosse per quelli della mia generazione non esisterebbero.Ci si riuniva nelle prime ore del mattino, prima di iniziare l’attività didattica, per recitare insieme le preghiere del mattino e per ascoltare le considerazioni del buon Don Franco (Dio l’abbia in gloria).

Quella nuvolosa mattina del 1985 mi è rimasta dentro: nella notte (forse,) era morto il reggente del blocco comunista, Kostantin Cernenko. Dall’alto del suo pulpito, il nostro catechista pronunciò poche parole, augurandosi che il Signore potesse ispirare le azioni che il successore avrebbe intrapreso. Il successore era un certo Michail Gorbaciov, sappiamo tutti com’è finita. Don Franco, insomma, portò un po’ sfiga all’Unione Sovietica. Ma questa è un’altra storia.

Erano gli anni in cui la paura più grande era quella per la famigerata “bomba atomica”, incubo e deterrente di anni di guerra fredda.

Oggi è pressoché superato il concetto di divisione in due blocchi contrapposti. Il capitalismo ha spazzato via il comunismo. Chissà se, in fondo, questo sia stato un bene.

Obama è nuovamente l’uomo più potente del pianeta: è il capo della gendarmeria mondiale, è il premio nobel per la pace che ha permesso l’uccisione di Gheddafi e Bin Laden senza che prima subissero un regolare processo.

Poco importa: tanto tempo fa qualcuno mi disse che, per andare avanti e riscuotere sempre un certo successo, è indispensabile avere un nemico. Non ha molta importanza se si chiami Libia, Iraq, regime Talebano o Vietnam, o magari Unione Sovietica. Serve un nemico per imporre e rimarcare un’egemonia globale sulla politica estera.

L’Europa tira un sospiro di sollievo, chissà perché poi. Tra i maggiori finanziatori della campagna elettorale democratica ci sono le banche d’affari che, con le loro speculazioni, hanno gran parte delle colpe dell’attuale crisi globale.

Quattro insidiosi anni di governo: la sanità americana è ben lungi dall’essere quella del paese delle opportunità, soprattutto qualora non si disponga di assistenza sanitaria. Allorquando, l’unica opportunità che si presenta al malcapitato, è quella di morire.

La questione delle armi è sempre sulle prime pagine degli organi di informazione: si spara troppo facilmente, dall’altra parte dell’oceano. Servirebbero norme severe ed una regolamentazione delle armi da fuoco che finirebbe per scontentare la lobby principale dell’economia sporca statunitense.

L’intervento armato in Iran non è del tutto scongiurato,se dipendesse da Israele l’attacco partirebbe tra qualche ora.

Fortunatamente (o no?) la campagna di Obama non è stata sostenuta in maniera consistente dalla lobby delle armi, per cui dovrebbe essere scongiurato il rischio di un fungo atomico su Teheran.

Forse è più semplice imporre la propria egemonia demolendo il mondo antico: tra i sostenitori del presidente hawaiano ci sono fior di faccendieri di dubbia probità: Steve Spinner è l’uomo delle rinnovabili (la sua azienda in bancarotta ricevette dal governo un sostegno non indifferente, che non servì comunque a salvare la Solyndra), Roger Altman è mr.Lehman Brothers (sì, proprio quella banca d’affari che fece scattare la crisi che sta demolendo il modello capitalista), e poi dirigenti d’azienda, pseudofilantropi e tantissimi esponenti del potere finanziario.

Auguri Obama, auguri Europa. Siamo certi che entrambi ne avranno di bisogno…


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