A parità di risultato finale, la differenza tra i due prestiti obbligazionari è soltanto tecnica, cioè nella modalità di indicizzazione degli interessi e del capitale rimborsato a scadenza. Ma dal 1 gennaio 2012, in seguito alla manovra economica e finanziaria varata due mesi fa, cambia (di poco) anche il risultato finale, in quanto le obbligazioni reali bancarie saranno un pò penalizzate dalla nuova tassazione sugli interessi che sarà del 20% anzichè del 12,50%, percentuale lasciata invariata invece per i titoli di Stato.
Vediamo, dunque, il loro funzionamento:
> Obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dallo Stato. La struttura dei pagamenti prevede
una prima cedola, calcolata sul capitale investito, che è data dal tasso reale (tasso nominale iniziale al netto dell’inflazione). Su questa cedola vengono calcolate e capitalizzate le cedole successive con un tasso pari a quello dell’inflazione. Alla scadenza verrà rimborsato il capitale investito più gli interessi capitalizzati negli anni derivanti dal tasso di inflazione. Per cui, queste obbligazioni, a differenza di quelle tradizionali, non vengono rimborsate al valore nominale di 100, ma al valore nominale aggiustato per l’inflazione. Si tratta, dunque, di obbligazioni a capitale indicizzato all’inflazione.
> Obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dalla banca. Queste obbligazioni pagano una cedola reale fissa a cui si aggiunge l’inflazione del periodo di riferimento. Per cui, tutto l’aggiustamento all’inflazione avviene attraverso i cambiamenti delle cedole. A differenza delle obbligazioni reali statali, il valore nominale del capitale a scadenza non viene aggiustato per l’inflazione, ma rimborsato a 100. Si tratta, dunque, di obbligazioni indicizzate all’inflazione a tasso variabile. Le obbligazioni reali emesse dalle banche in Italia possono avere strutture anche differenti da banca a banca sostanzialmente nel calcolo dell’inflazione riguardo alle cedole.
Quasi tutti i bond reali quotati in Italia, sia quelli emessi dallo Stato, sia i bond bancari, sono legati all’indice armonizzato dei prezzi al consumo (con esclusione del tabacco) dell’area euro e, dunque, non indicizzati all’inflazione italiana. Lo stesso dicasi per le obbligazioni emesse dallo Stato tedesco, chiamate Boblei e Bundei. Solo i titoli emessi dalla Francia, chiamati Oati, sono indicizzati all’inflazione dello Stato francese.
Per concludere, secondo il nostro parere, sono da preferire i titoli emessi dallo Stato rispetto ai bancari, per motivi riguardanti il rischio emittente, la tassazione e la liquidabilità.