Oblivion – la fantascienza sopra le righe

Creato il 21 aprile 2013 da Irene_snapi @irene_snapi

Ciao carissimi! E’ da un po’ che non scrivo: ohimé le pecunie scarseggiano e al cinema sto andando meno spesso. Oggi vi parlo di fantascienza, e del nuovo film del regista di Tron Legacy, Oblivion.

Spesso i film di fantascienza danno sfoggio di immense doti visive, e da parte del regista e da parte del direttore della fotografia. Questo film, Oblivion, di Joseph Kosinski (fotografia di Claudio Miranda), è decisamente uno di quei film: lo spessore tecnico del film è innegabile di fronte a molti film usciti di recente che puntavano tutto su quello e si sono rivelati molto più scadenti rispetto alle aspettative (Lo Hobbit in primis…).

La trama risulta alla fine estremamente orchestrata e complessa, frutto di una graphic novel ideata dallo stesso Kosinski, d’altronde s’intuisce fin dalle prime sequenze che il regista aveva già bene in mente cosa volesse portare su pellicola quando girava, il che ha sicuramente giocato a suo vantaggio (oltre ai 120 milioni di dollari di budget, s’intende).

Molti sono i rimandi e i citazionismi a film di culto: solo la tematica dei cloni è certamente materia che da sempre stuzzica la fantasia dei registi di fantascienza: l’antesignano Blade Runner, The Island, il più recente Moon, tuttavia non arriverei a parlare di emulazione in toto di questi citati: d’altronde Tarantino sono vent’anni che ci fa omaggi e citazioni e imitazioni di film del passato, ma furbamente lo fa con film meno conosciuti, con film di serie B, e nessuna accusa gli viene mossa.

E poi, come è possibile anche solo pensare di girare un film di fantascienza senza omaggiare chi la fantascienza l’ha elevata a un livello di profondità inimmaginabile prima? Parlo di Kubrick e di 2001: Odissea nello Spazio, giustamente citato più volte in Oblivion (il monolito triangolare, l’astronave Odissey, Sally…). Giusta pure l’ispirazione dovuta a Matrix, che la fantascienza l’ha decisamente ricreata dall’interno e portata sul livello della multimedialità 2.0 in cui oggi viviamo. E parlando di Matrix, decisamente questo film va a frapporsi a Cloud Atlas dei Wachowsky come film di fantascienza dell’anno.

Il cast è ben orchestrato, Tom Cruise non rivela grandi sorprese (ma ce lo aspettavamo), personaggi femminili interpretati da due sorprese: la modella Olga Kurylenko e Andrea Riseborough sono perfette nei loro ruoli.

Un plauso alla soundtrack… gli M83  vanno a fare ciò che i Daft Punk avevano fatto in Tron Legacy e non sbagliano, riuscendo a calibrare la colonna sonora e sul film e, anche, sul loro genere elettronico.

Un film da vedere più che da ragionare…e per goderlo a pieno, meglio il cinema: per le sue belle immagini lo schermo del pc non renderebbe un granché.



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