13 agosto 2013 Lascia un commento
Ricco, stimato dalla comunita’ ma soprattutto marito felice e padre orgoglioso di una bella bambina. Il sogno s’infrange il giorno in cui la donna e la figlia vengono rapite e nel tentativo di fuga, muoiono in un incidente stradale assieme ai loro rapitori.
Venti anni dopo la ferita non e’ affatto rimarginata ma un viaggio di lavoro a Firenze gli fara’ incontrare una ragazza identica alla moglie nella stessa chiesa in cui la vide la prima volta.
Da quel momento il passo al matrimonio sara’ breve ma la storia e’ destinata a ripetersi.
De Palma gioca questa volta piu’ col soggetto che con la regia. L’ambizione di emulare il maestro Hitchcock e’ persino sfacciata al punto che pare che il riferimento a "La donna che visse due volte" lo fece arrabbiare. Se cosi’ fosse avrebbe sbagliato non mettendo in conto quale amore e dedizione De Palma provasse per lui.
Le musiche di Bernard Herrmann spingono poi sull’acceleratore e sottolineano ancora una volta l’intento del regista e impreziosiscono l’incastro narrativo.
De Palma ha coraggio con un soggetto di questo tipo, e non posso rivelare oltre senza svelare la conclusione e questo coraggio va premiato tralasciando alcuni aspetti un tantino stiracchiati della vicenda.
Robertson e’ un attore che adoro, la sua espressivita’ straordinaria era cio’ che serviva per definire il suo personaggio per quanto appaia in piu’ di una situazione, rigido e spaesato, come non convinto fino in fondo del suo ruolo. Genevieve Bujold e’ un po’ troppo canadese per fare l’italiana ma tanto gli americani non se ne accorgono.
Thriller tra i piu’ disturbanti di De Palma, ingiustamente dimenticato per quanto non il piu’ rappresentativo nella carriera del regista.