Si tratta del Cristo che riproduco qui sotto.
Tutti cogli
«occhi terrificanti e agghiaccianti»? Macché. È che nel IV secolo, com’èd’altronde in tutta l’arteantica almeno fino al Basso Medioevo, in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, molti pittori e molti scultori ricorrono all’espediente di occhi sproporzionati al volto per dar risalto all’espressione del soggetto. Non di rado, per ottenere questo effetto, si arriva a veri e propri esoftalmi.Non basta, perché non è così scontato che il personaggio barbuto raffigurato in posa benedicente e con aureola sia proprio Cristo. «In tutta la Grecia e l’Asia Minore– spiega chi ha curato il restauro della domus di Porta Marina – sono stati scoperti dei personaggi definiti “sacri”, “ispirati”, ovvero dei filosofi. E tutti questi personaggi, in un momento in cui si registrava una grande esigenza di spiritualità, avevano il segno distintivo dell’aureola. Quindi, non c’è un contesto per poter affermare con precisione se si tratti di una figura sacra, oppure pagana».In definitiva, potremmo dire che Gianfranco Ravasi – e gli succede spesso – si è fatto prendere la mano.