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Occupata l'Inps di Piazza Augusto Imperatore. La città ostaggio di chi lotta a favore della povertà, della disoccupazione, dell'illegalità, del disagio e della mafia. Occupano palazzi, rubano il futuro della città

Creato il 14 luglio 2015 da Romafaschifo
Occupata l'Inps di Piazza Augusto Imperatore. La città ostaggio di chi lotta a favore della povertà, della disoccupazione, dell'illegalità, del disagio e della mafia. Occupano palazzi, rubano il futuro della città
ACTION OCCUPA EX SEDE INPS NEL CENTRO DI ROMA CONFERENZA STAMPA H12 VIA DELLA FREZZA 17Il futuro skyline della città è una suite con vista… sui senza casaHotel di lusso al posto dei grandi palazzi del centro storico: dall'Inps di P.zza Augusto Imperatore al grande immobile vuoto di Via del Corso all'ex sede Atac di L.go Montemartini vicino a Termini, dall'immobile Unicredit a Via Veneto allo stabile in P.zza Monte d'Oro di Via Tomacelli fino all'edificio che ancora - ma per poco - ospita l'Antico Caffè della Pace e all'infinito cantiere dell'ex Poligrafico in P.zza Verdi che dovrebbe diventare un cinque stelle. Colossi da migliaia di metri quadrati, connubio perfetto tra l'altissimo valore commerciale e l'unicità del pregio architettonico, dove vengono nella maggior parte dei casi dismesse le funzioni pubbliche per essere venduti a privati ghiotti del business che posso ricavarne.Gli sfratti per le attività nel palazzo Inps di P.zza Augusto Imperatore sono già arrivati. La "Cushman&Wakefield" è stata selezionata dal Fondo Immobili Pubblici per gestire in esclusiva la procedura di vendita del prestigio palazzo costruito negli anni Trenta.La procedura sarà chiusa a settembre 2015. Ma già ci sarebbe un’offerta precisa per i 22mila metri quadrati dell'ex sede Inps: si farà un albergo, anche perché così non è necessario neanche il cambio di destinazione d'uso. Solo il ristorante Gusto dovrebbe restare ed espandersi, tanto che la pedonalizzazione di via della Frezza sta diventando molto più di un'ipotesi. I negozi storici come Dentice non ne vogliono sapere però di muoversi da lì, dopo un'onorata attività di oltre sessant'anni.A poca distanza, in P.zza Monte D'Oro un palazzo completamente abbandonato per anni è stato trasformato da qualche anno in un hotel pluristellato, riqualificando la piazzetta che si affaccia su Via Tomacelli dove si aspetta ancora il trasferimento del mercato. Intanto il fondo sovrano di Abu Dhabi “Adia” è in trattativa per acquistare un immobile in Via del Corso da trasformare sempre in un hotel di lusso.Altra vendita di pregio è nella blasonata Via Veneto, terreno sempre più di conquiste straniere: il palazzo dell'Unicredit al civico 74 è stato venduto all'emiro del Qatar meno di un anno fa che lo trasformerà, guarda caso, in un hotel. Hotel diventerà anche la sede dell'Antico Caffè della Pace dal 1891, dietro a P.zza Navona, che i preti tedeschi vogliono trasformare in una residenza per turisti sfrattando lo storico bar che ha accolto tra i suoi tavoli anche Ungaretti e Monicelli. Così per la storica sede dell'Atac di L.go Montemartini: nel 2008 il complesso è stato acquistato per 43 milioni di euro dalla Ragosta Hotel Collection per farne un lussuoso albergo. I lavori sono durati quasi cinque anni, poi un anno fa l'inaugurazione: l'unica struttura alberghiera attraversata dalle Mura Serviane del VI secolo a. C…Come si vorrebbe trasformare l'ex Poligrafico in P.zza Verdi in un prestigioso hotel extralusso: una struttura di 25 mila metri quadrati, alta 4 piani, con 250 appartamenti di pregio più negozi.Tutte strutture pubbliche vendute a privati. Tutte strutture trasformate in hotel, il business del momento. In questo momento a Roma c’è un grande movimento di investitori stranieri visto che il mercato dei superlusso è ancora intorno all'8%, una cifra notevolmente inferiore a quella delle altre capitali come Londra e Parigi. C’è spazio insomma per altri affari con il beneplacito delle istituzioni e alla faccia delle gravi emergenze sociali – tra cui quelle dell’assenza di alloggi – che affliggono cronicamente la città. E si capisce anche perché…GIU’ LE MANI DALLA CITTA’!NON CI SERVONO STANZE D’HOTEL EXTRALUSSO PER POCHI RICCHI,MA ALLOGGI VERI PER I TANTI SENZA CASA DELLA CITTA’
***Fin qui il dispaccio di chi oggi ha occupato un altro stabile pubblico (cioè vostro, come se vi occupassero la vostra macchina o la vostra seconda casa) a Roma. Si eliminano le grandi superfici di uffici che vengono sostituiti da più congrue utilizzazioni alberghiere (essendo in centro storico), si pedonalizzano strade umiliate dalle auto, si riqualificano piazze e vie grazie all'impegno degli imprenditori dell'hotellerie interessati - molto più di altri - ad una città bella, si combatte l'abbandono di palazzi che altrimenti diverrebbero in breve tempo pericolanti e pericolosi, si attraggono investimenti stranieri. E tutto questo è passato come cosa... negativa! Davvero! Questo qua sopra è il comunicato che dovrebbe giustificare e legittimare il fatto che oggi in Piazza Augusto Imperatore i soliti prepotenti hanno occupato un palazzo destinato ad essere un hotel (quando era una enorme sede di uffici, assolutamente folle in centro storico con conseguenze su sosta e traffico da quarto mondo non dicevano niente). Ormai i gruppi di invasati che girano per la città cercando di impossessarsene abusivamente sono diventati così sciocchi da non capire che ciò per cui combattono è la normalità in qualsiasi città del mondo, è la dinamica immobiliare in qualsiasi città del mondo, è la linfa che può tenere a galla Roma. Leggetevi questa lista di hotel e come noi risponderete: "embè? Cosa c'è di male!? Dove sta il problema? Cosa volevate, case popolari a Via di Ripetta?". (Tra l'altro come ampiamente dimostrato a Roma non v'è NESSUNA emergenza abitativa, solo una emergenza di legalità con case popolari occupate da chi non ne ha titolo)Il turismo è di gran lunga la prima industria della città e questi signori vogliono sabotare questa industria danneggiando non tanto gli imprenditori (che se scoprono Roma essere un posto meschino dove quattro sfigati in croce possono bloccare progetti vanno ad investire i loro denari in altre città), quanto gli operai, gli impiantisti, gli ascensoristi, gli antennisti, gli imbianchini, i camerieri, i cuochi, gli aiutocuochi, i vigilantes, i portieri notturni. Danneggiando, sostanzialmente, la povera gente che oggi piange disoccupata.Non ci vuole un ragionamento chissà quanto complesso per capire che ostacolando gli imprenditori si ostacolano soprattutto gli addetti che gli imprenditori potrebbero assumere. Non ci vuole un ragionamento chissà quanto complesso per andare a leggere quanti addetti impiega, oggi, l'hotellerie di lusso in città e quante centinaia di persone potrebbero finalmente trovare un lavoro se questo settore fosse lasciato libero (non solo dai cialtroni di cui sopra, ma soprattutto da una burocrazia assurda) di svilupparsi. Ma se non ci vuole un ragionamento complesso perché i gruppi di okkupanti di professione cercano di prenderci per il bavero? Semplice, perché tanto nessuno capisce. Perché tanto nessuno li smaschera. Perché tanto nessuno spiega ai cittadini (men che meno la stampa cittadina, guai) che queste organizzazioni campano grazie alla disoccupazione, grazie alla povertà, grazie al disagio. Se c'è meno gente disoccupata, povera, disposta a tutto, in difficoltà queste organizzazioni perdono linfa vitale. Se gli immigrati trovano un lavoro, se i disoccupati italiani finalmente hanno una sicurezza o almeno una prospettiva allora tutto l'esercito di disperati che viene sfruttato dai "movimenti" perde forza e vigore. E allora meglio tenere tutto bloccato. Almeno finché qualcuno non si accorgerà finalmente del patetico trucco. Impariamo a individuare chi è che sta seviziando la nostra città, chi è che lucra sul disagio, chi è che non si è mai scagliato contro le Mafie (anzi, basta leggere le intercettazioni dei leader di questi movimenti). Attorno a queste organizzazioni c'era simpatia diffusa ("si occupano di chi ha bisogno"), noi cerchiamo di raccontare la storia in maniera diversa. Affinché attorno a queste organizzazioni che pretendono con violenza e prepotenza di decidere loro (a loro vantaggio) cosa fare del patrimonio immobiliare pubbblico, vi sia disprezzo e antipatia. Da lì, da un movimento d'opinione finalmente cosciente, lucido e preparato, si parte per modificare anche l'atteggiamento della grande stampa e, infine, dell'amministrazione. 

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