Occupazione e conti in rosso

Creato il 04 ottobre 2012 da Lucia Navone @lucia_navone

Produzione ormai ferma alla Helios di Carmignano del Brenta e cassa integrazione per la Ecoware, entrambe controllate da Aion Renewables 

Ed eccomi di nuovo in quel di Padova, questa volta non come inviata ma come semplice “ripetitore” di notizie. E la notizia, ahimè, non smentisce la precedente, anzi la conferma.

Lunedì prossimo (8 ottobre nda) i lavoratori della Helios di Carmignano del Brenta (tra i primi produttori italiani di moduli fotovoltaici fino all’anno scorso) e della Ecoware (azienda padovana specializzata nella realizzazione di impianti solari) saranno in piazza, davanti alla sede della provincia, per protestare. Da più di due anni passano da una cassa integrazione all’altra.

Sul banco degli imputati, almeno secondo quanto riporta il Mattino di Padova, le politiche del Governo che non favoriscono le energie rinnovabili. Da più di una settimana il reparto di produzione della Helios è fermo mentre il reparto produzione celle è in cassa integrazione da agosto. Alla Ecoware invece tutti gli operai sono in cassa integrazione e insieme a loro qualche impiegato perchè, dicono le rappresentanze sindacali, “l’azienda ha ceduto dei cantieri”. Secondo un comunicato di Cgil e Cisl i magazzini sono pieni di materiale e da quando è arrivato il nuovo azionarato (Aion Renewables nda), si è smesso di lavorare sulla manutenzione, abbandonando un pacchetto importante di lavori”.

Ma come già detto la crisi di queste due aziende risale all’anno scorso e viene da molto lontano. Spinta, tra gli altri, dai venti freddi della Russia.

Il denaro c’è ma non si vede: qualcuno vince, qualcuno perde. Il denaro di per sé non si crea né si distrugge. Semplicemente si trasferisce da una intuizione ad un’altra, magicamente (Gordon Gekko, dal film Wall Street)

Ecoware e Helios, prima Kerself, fanno parte oggi di Aiòn Renowables che ha come suo primo azionista i russi di Avelar, con il 35% circa del capitale della società. Il cambio societario, avvenuto nell’aprile del 2012, lasciava allora ben sperare: nuove commesse per il Sudafrica e una linea di credito da 84 milioni di euro da utilizzare, insieme con i 50 milioni di aumento degli azionisti russi e cinesi, per finanziare i propri progetti industriali.

Ma non è bastato. Oggi  Aion Renewables Spa,  quotata sul segmento standard del MTA di Borsa Italiana, ha comunicato la situazione finanziaria netta della società e del gruppo Aion rispondendo alla richiesta di Consob del 27 ottobre 2011. Come si evince dal documento pubblicato sul sito dell’azienda la società riporta un passivo di oltre 45 milioni di euro.


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