Occupazioni e sgomberi.”Non chiediamo niente ci riprendiamo tutto”.

Creato il 21 giugno 2013 da Ilkomboloi @IlKomboloi

Le proteste dei movimenti per la casa e l’assemblea cittadina di oggi per cercare di costruire un percorso alternativo a quello istituzionale, cieco di fronte alle necessità altrui. Spesso il problema è delegato alle forze dell’ordine

Non chiediamo niente ci riprendiamo tutto. Questo lo slogan che rappresenta al meglio l’attuale situazione italiana. Nonostante tanti non ne parlano e nonostante c’è ancora chi, pochi fortunati, non si accorgono di quanto succede in Italia, sono tantissimi ad intraprendere la strada della riappropriazione diretta, dell’occupazione. Anche chi non ha mai pensato nella propria vita di dover arrivare a questo, visto spesso come un gesto estremo.

Milano

Mentre si parla di oltre un milione di licenziati, per l’esattezza 1.031.151 tra il 2008 e il 2013, naturalmente aumentano anche i numeri di chi non riesce più a pagare un affitto di casa, figuriamoci un mutuo. Riemerge il problema abitativo, qualora fosse mai sparito.
Abbiamo affrontato più volte il problema abitativo (leggi come funziona) e la relativa speculazione edilizia, ma sembra che ogni giorno nasca una coscienza sociale diversa, attraverso la quale si riesce a dare dignità a chi l’ha persa.

Sicuramente è importante fare un distinguo tra chi vegeta sulle spalle della società mascherato da disperato e chi ha realmente bisogno. Il Mascherato non fa altro che danneggiare chi necessità di una casa o di un reddito. Il Mascherato è colui che sfrutta le situazioni altrui per lucrare tanto quanto chi specula con la costruzione di nuovi appartamenti con destinatario Nessuno. Il Mascherato è chi riesce a farsi assegnare la casa popolare per poi rivenderla, lucrandoci sopra, per poi farsene assegnare un’altra e ripetere il giochetto speculativo. Chi combatte per il diritto all’abitare deve riuscire a smascherare il Mascherato.

Il Mascherato non è altro che il Quinto descritto da Italo Calvino nel romanzo Speculazione edilizia. Colui che mette in secondo piano la propria cultura e i proprio principi e fa emergere l’umo avido di denaro.

Spesso la risposta da parte dello Stato al problema abitativo è lasciato in balia delle forze dell’ordine. Come è accaduto 2 giorni fa a Roma, dove circa 500 persone hanno tentato un blitz provando ad entrare nella sede del tribunale civile di Viale Lepanto. La situazione si è riscaldata; i movimenti per la casa chiedevano di essere ricevuti. Sul posto e’ intervenuta la polizia. La situazione è tornata tranquilla quando gli attivisti sono stati ricevuti dal presidente della sesta sezione del tribunale che si occupa di sfratti. Addirittura nel dicembre 2012 ha fatto scalpore il caso denunciato da Libera Roma:“Poliziotti che sgomberano altri poliziotti, anche se soltanto “ex”. Accade di tutto in questa Italia di cosiddetti tecnici, ma l’immagine dei blindati davanti ad uno stabile del demanio da “liberare” in breve tempo e occupato da anziani, e relative famiglie, di poliziotti in pensione ancora non si era mai vista.”

Oggi si terrà l’assemblea cittadina presso l’occupazione abitativa di Via delle Province, proprio per discutere della precarietà che colpisce la casa e il reddito.

Comunicato dell’assemblea cittadina dello “Tsunami tour”:

CASA E REDDITO PER TUTTI E TUTTE

Casa e reddito per tutt*, uno slogan che oramai passa di bocca in bocca, di città in città, risuona in tutto il paese alimentando processi di autorganizzazione sociale e nuove lotte.

Lotte che si oppongono ai licenziamenti diffusi e di massa. Lotte per riconquistare diritti contro un lavoro sempre più sfruttato e precarizzato. Lotte per il diritto alla casa e all’abitare attraverso le quali ci si oppone allo stillicidio quotidiano degli sfratti e dei pignoramenti, oppure si riconquista direttamente la casa in cui vivere e con essa parte del reddito e della vita di cui siamo sempre più derubati. Lotte che devono crescere ovunque come virus conflittuale, che devono incontrarsi per mettere al centro l’idea e la materialità di una trasformazione radicale dell’esistente.

La due giorni nazionale di ABITARE NELLA CRISI che si è tenuta presso l’ex caserma di via del Porto Fluviale a Roma l’1 ed il 2 Giugno passati, sulla scia dello “Tsunami Tour per il Diritto all’Abitare” e di tante lotte diffuse sul territorio nazionale, ha tracciato su questo terreno, un percorso chiaro sia nei contenuti che negli obiettivi.

Costruire una grande manifestazione nazionale per il 19 Ottobre, arrivando in corteo ad assediare i ministeri dell’economia, delle infrastrutture e la cassa depositi e prestiti, per mettere in discussione le politiche di austerità imposte oggi da un “governissimo” che rappresenta l’estremo tentativo di una classe politica corrotta e subalterna ai poteri forti, di perpetuare se stessa insieme alle politiche neoliberiste che hanno già devastato il paese ed il pianeta.

Costruire la manifestazione del 19 Ottobre ne come testimonianza, ne tantomeno come evento che si esaurisca con la giornata stessa. Quindi arrivare alla manifestazione non attraverso una semplice sommatoria algebrica di organizzazioni e soggettività, ma attraverso un processo aperto e plurale di movimento e di conflitto.

Uno Tsunami nazionale delle lotte per il diritto alla casa e all’abitare, delle lotte contro la precarietà e per i diritti, delle
lotte contro le grandi opere e la devastazione del profitto ai danni dei nostri territori.

Uno Tsunami, soprattutto, della riappropriazione. Riappropriazione di territori, di spazi, di beni comuni. Riappropriazione di case. Riappropriazione di reddito attraverso nuove pratiche di conflitto che mettano al centro le questioni delle bollette, dei ticket sanitari, delle tasse – delle mense – degli alloggi universitari contro la selezione e lo smantellamento progressivo dell’università e dell’istruzione pubblica.

Del resto molte sono le iniziative già realizzate e molte altre sono già in programma sul territorio nazionale. Anche qui a Roma siamo ripartiti con l’occupazione di ACEA e le iniziative di lotta contro gli sfratti ed i pignoramenti e non ci fermeremo certo ora.

Una inedita, meticcia, ribelle, incompatibile composizione sociale è oramai in movimento: niente e nessuno la potrà fermare.

E’ un unico e forte grido: RIPRENDIAMOCIA LA CITTÀ! RIPRENDIAMOCI TUTTO!



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