Il Pianeta Terra presenta numerose crisi oggetto del dibattito geopolitico. Una guerra molto ben celata e sdrucciolevole tormenta e minaccia i 34 Stati dell’ OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
Una volta i banchieri centrali usavano inveire contro l’inflazione. La preoccupazione era sempre rivolta agli anni Settanta dove la spirale inflattiva selvaggia, corrodeva costantemente redditi e potere di acquisto.
Dall’inizio della crisi finanziaria, i patemi sono cambiati fino a divenire opposti. Il nemico pubblico numero uno odierno delle democrazie dell’ OCSE, non è più l’inflazione, è un cocktail di stagnazione dei redditi e deflazione, chiamato STAGFLAZIONE.
Tra il 2010 e il 2013, il reddito reale (aggiustato all’inflazione) è rimasto praticamente “piatto” secondo l’annuale “Employment Outlook” dell’ OCSE.
La ricchezza è malinconicamente cresciuta di un “niente” negli Stati Uniti ed è caduta miserabilmente nell’Area Euro e in Giappone.
Il declino è stato particolarmente tremendo negli Stati della tormentata periferia dell’ Eurozona, Spagna e Portogallo. Come cadere dalle stelle alle stalle anche per la Gran Bretagna che antepone la parabola ascendente dei primi anni del millennio alla novella dello stento a cavallo del decennio.
La penisola italiana, già impelagata in notevoli peripezie per far quadrare i disastrosi conti pubblici, affronta l’entrata nell’ Euro con una bassa propensione all’aumento del reddito reale. La crisi picchia duro portando gli ex – sudditi dei Savoia dalla padella alla brace facendo registrare un meno 3%.
La volpe tedesca è l’unica in totale controtendenza. Mentre gli altri crescevano, i teutonici decrescevano preparando la vendetta. Un dato all’apparenza felice se non altro come seme di speranza. Una lungimiranza nelle riforme potrebbe salvare anche altre economie dal baratro.
La bomba ad orologeria francese, in pure stile Liberté, Egalité, Fraternité, conduce una lotta senza quartiere all’economia lanciandosi a velocità siderali verso pianeti sconosciuti.
Lo slogan velato “non agitare il popolo con stupide idiozie economiche” ha fatto sì che le politiche di Parigi non cambiassero rotta e combattessero imperturbabilmente l’austerity della cricca europea. Il reddito reale è sempre stato in segno più, ma le conseguenze potrebbero essere disastrose.
La stagnazione dei redditi è un germe che inneggia alla depressione economica e porta in se conseguenze funeste per la ricchezza dei popoli. Le guerre armate producono vittime e carnefici, stragi e violenza. La stagnazione conduce all’epidemia di STAGFLAZIONE.
Una volta, lo stomaco intossicato (ingordigia di iniezioni di moneta, svalutazioni, debito pubblico) spurgava con l’inflazione le tossine. Oggi, lo stesso stomaco non ha il coraggio di rischiare intossicazioni e digiuna, rimanendo stitico e malnutrito.
Una caduta libera verso l’ignoto dove le preoccupazioni del passato, potrebbero essere la salvezza del presente. Una parte di mondo alla ricerca della migliore dieta per defecare in santa pace.
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