Esistono profonde differenze nel funzionamento dei servizi sanitari delle diverse regioni italiane e tuttavia l'Italia, secondo il report OCSE, pubblicato ieri sul sito del Ministero della Salute, registra tra i migliori indicatori di salute nei paesi monitorati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo: siamo al 5° posto per aspettativa di vita ala nascita (82,3 anni) i tassi di ricovero per patologie broncopolmonari (asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva) sono molto al di sotto della media OCSE e lo stesso vale per la mortalità dopo ictus ed infarto.
Il Ministero inoltre sottolinea che questi risultati sono stati raggiunti con una ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo dei servizi sanitari, che in Italia costano 3,027$ pro capite e quindi con cifre nettamente inferiori a quelle dei paesi limitrofi: 4,593$ per l'Austria, 4,121$ per la Francia e 4,650$ per la Germania,
ma viene anche messo a fuoco come l'esigenza di contenimento della spesa rischi di incidere sulla qualità dei servizi, che invece rappresentano la priorità per il Ministero.
Nell'ambito di questo quadro, delineato abbastanza positivamente nel suo complesso, emergono tuttavia alcune rilevanti criticità, prima fra tutte la disparità drammatica tra i diversi distretti territoriali a livello nazionale: in Sicilia i bambini che ricorrono al ricovero ospedaliero per una crisi asmatica sono il quintuplo dei ricoveri legati allo stesso motivo in Toscana, le ospedalizzazioni per patologie broncopolmonari croniche sono di 1,5/1.000 in Piemonte e 3,07/1.000 in Basilicata, i parti cesarei toccano in Campania la punta del 45% mentre in Trentino si attestano tra il 13,6% ed il 14,5%.
L'Italia inoltre spende poco per i programmi di prevenzione ed educazione alla salute (meno di un decimo della spesa in Olanda e Germania): il numero di bambini obesi è tra i più elevati nell'area OCSE ed il numero di anni vissuti in buona salute, così come la presenza di limitazioni dell'autonomia quotidiana dopo i 65 anni sono più bassi delle medie OCSE.
Nello stesso tempo il progressivo invecchiamento della popolazione con l'incremento del bisogno di cure ed assistenza comporterà un aumento della spesa sanitaria, che pertanto nelle condizioni attuali di contenimento e tagli finanziari, finirà per convogliare la maggior parte delle risorse sulle cure primarie penalizzando i programmi preventivi, che comunque procedono con lentezza.
Per rispondere alle criticità del SSN il Ministero ritiene necessario porre al centro dell'attenzione la valorizzazione della qualità dei servizi, utilizzando strumenti quali la creazione di un ispettorato sanitario nazionale, l'investimento sulla formazione del personale, il miglioramento della qualità delle cure primarie ed il potenziamento di un approccio regionale più razionale ed uniforme nei diversi distretti territoriali.