Octavio paz

Da Silvy56

Tra andarsene e restare è incerto il giorno, innamorato della sua trasparenza. Il pomeriggio circolare si fa baia; nel suo calmo viavai si mescola il mondo. Tutto è visibile e tutto è elusivo, tutto è vicino e tutto è inafferrabile. Le carte, il libro, il bicchiere, la matita riposano all'ombra dei loro nomi. Nella mia tempia il battito del tempo ripete la stessa testarda sillaba di sangue. Dell'indifferente muro la luce fa uno spettrale teatro di riflessi Mi scopro nel centro di un occhio; non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo. Si dissipa l'istante. Immobile. Vado e vengo: sono una pausa.