OCV: Confermate le peggiori previsioni, intervento dei CUB

Creato il 15 marzo 2012 da Yellowflate @yellowflate

Sul caso dell’OCV di Vado Ligure, riceviamo e pubblichiamo una nota firmata da Maurizio Loschi , rappresentanza CUB.

L’assemblea odierna in OCV ha confermato le peggiori previsioni: preoccupandosi di aumentare il più possibile la buonuscita (oltre alla Cassa Integrazione per due anni e quello che resterà della mobilità dopo la trattativa con il governo subito dopo, hanno ottenuto da uno a due anni di stipendio come incentivo all’esodo) sindacati confederali ed RSU hanno sancito la rinuncia a difendere 200 posti di lavoro (120 più l’indotto) nel vadese.
Ogni proposta di lotta (scioperi, blocchi stradali, occupazione) è stata svilita e osteggiata da parte delle segreterie con argomentazioni di aperta sfiducia nella possibilità di ottenere alcunchè.
Coerenti con quanto sostengono da anni anche in questo caso hanno ribadito che la lotta non paga, che lo scontro con il padrone non porta da nessuna parte, che però cercheranno di vincolare la direzione ad accordi che consentano, non si sa a chi e con quali intenzioni, di acquisire le aree per garantire nuova occupazione.
La stessa prassi con cui si sono persi i migliaia di posti di lavoro di questi anni, accettando le riduzioni degli organici e le chiusure delle aziende salvo poi elemosinare qualche decina di posti, molto spesso in condizioni precarie ed ancor più spesso ambientalmente dannosi.
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D’altronde non poteva essere altrimenti: perché avrebbero dovuto trattare l’OCV diversamente dalla Ferrania, dalle cartiere, dall’Italsider, dalla Fac e da tutte le altre aziende in crisi o sull’orlo di chiudere?
Se a distanza di 8 anni dalla chiusura di Ferrania Technologies, quando da quasi 1000 lavoratori si è rimasti a meno di 200, solo nel 2012 è arrivato il primo sciopero provinciale dell’industria una ragione ci sarà.
I lavoratori, consapevoli che senza un sostegno sindacale e con una fabbrica divisa la lotta è oltremodo difficile, non hanno ancora trovato il coraggio di assumersi in prima persona il diritto/dovere di reagire, ed ogni giorno che passa lo sconforto aumenta e la rassegnazione pure.
Peccato, perché in OCV, per via dell’elevato valore degli impianti, l’occupazione avrebbe potuto essere uno strumento di pressione forte e la richiesta di una riconversione produttiva direttamente alla multinazionale aveva ragioni da vendere.
Così i padroni americani si sono impossessati della tecnologia e del portafoglio clienti ed al territorio ed ai lavoratori hanno dato un bel calcio nei denti, con il beneplacito dei sindacati che hanno provveduto a seminare paura e sottomissione.
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E quando i soldi finiranno? E quando il lavoro sarà impossibile da trovare? E ai nostri figli che lo cercheranno insieme a noi?
É vero, non c’è garanzia che la lotta paghi, ma il contrario una certezza ce la da: quella di avere sicuramente perso.

CUB Loschi Maurizio

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