Nell’ambito degli spettacoli teatrali rappresentati al Fringe, ho scoperto una piccola ‘gemma'; questo play si chiama “Odd shaped balls” – uno dei più comuni epiteti della palla ovale – ed è ambientato nel mondo del rugby. Nello spettacolo vengono rappresentati tutti gli aspetti (campo, spogliatoio, terzo tempo, vita privata) con lo sguardo di un futuro prospetto del rugby inglese, James Hall (il nome è di fantasia), giovane apertura, sposato, pronto a spiccare il volo, che all’improvviso trova la sua vita privata sbattuta in prima pagina perché un uomo, il primo e unico con cui ha avuto una relazione extra-coniugale, ha deciso di fare outing per lui.
I due fratelli Sheridan, Richard D. (che ha scritto lo spettacolo e ne ha curato la regia) e il protagonista di questo “solo“, Chris, bravissimo nel tenere la scena per un’ora, alternandosi in tutti i personaggi e riuscendo sempre credibile, cambiando accento ed espressione, sono riusciti a confezionare un lavoro intenso, che prende spunto anche dall’esperienza vera del gallese Gareth Thomas. Il play raggiunge l’obiettivo, ambizioso e non sempre facile da cogliere, di costruire una storia ‘credibile’, portando il pubblico ad appassionarsi alle vicende raccontate e ad entrare in empatia col protagonista, vivendo con lui le sue esperienze, passando attraverso le battute dei compagni, l’ignoranza di alcuni tifosi avversari, le battute triviali, ma anche il supporto ricevuto dal suo head coach e dalla sua famiglia, quando tutto il suo mondo sembrava avergli voltato le spalle e quando la pressione era diventata quasi insostenibile.
Lo spettacolo, che sa anche offrire momenti divertenti, punta il dito su uno degli ultimi – si spera – tabù nei confronti dell’omosessualità, ovvero se uno sportivo professionista sia finalmente ‘libero’ di fare outing, di vivere la sua vita privata come meglio crede, senza dover rendere conto al pubblico, e anche se uno sportivo sia sempre da considerare (ed egli stesso debba essere costretto a sentirsi) un ‘modello’. L’esempio di Gareth Thomas, del calciatore austriaco Thomas Hitzlsperger, del nuotatore australiano Ian Thorpe ci fanno sperare che anche il mondo dello sport sia finalmente riuscito ad imboccare il percorso verso la ‘normalizzazione’ delle tendenze sessuali degli atleti e della loro vita privata.
“Io sono un giocatore di rugby e sono omosessuale. Da adesso, però, giudicatemi per quello che farò in campo” dice James nel corso della conferenza stampa.
Il messaggio è per tutti noi: non lasciamo che l’ignoranza di pochi ci rovini la vita.