“Vedo la gente morta.” Pure tu? Ormai siete in tanti. Odd Thomas è chiamato così per un errore all’anagrafe, in teoria avrebbe dovuto chiamarsi Todd, e anche perché è un tipo strano. È strano perché vede i morti… Ma, scusate un po’, che c’è di tanto strano? Ormai è più fuori dal comune trovare come protagonista di un film uno che non li vede. Per tutta la durata della pellicola, i personaggi non fanno poi altro che dire quanto sia strano Thomas, lui per primo, solo che non è così strano. A parte il piccolo fatto di vedere i fantasmi, anzi i bodach, così vengono chiamati gli spiriti in questo film per fare un po’ gli originali, Odd Thomas è un ragazzo piuttosto normale. Anziché considerarlo un freak, un fenomeno da baraccone, un tipo fuori di testa, un povero malato di mente, tutti lo ritengono parecchio cool. Le ragazze gli sbavano dietro: ha una tipa stragnocca, più una biondazza che non vede l’ora di farselo. I ragazzi anziché riempirlo di botte tutto il giorno o sfotterlo, come ParaNorman ad esempio, lo rispettano e i poliziotti si fidano persino di lui. Invece di volerlo rinchiudere in un manicomio, il detective Willem Dafoe pende letteralmente dalle sue labbra. Insomma, Odd Thomas non è un disadattato come Donnie Darko o il bambino de Il sesto senso, che nel frattempo è diventato così…
Odd Thomas è l’idolo paranormale locale, nella cittadina californiana in cui vive. Nonostante questo, tutti continuano a ripetergli: “Oh, certo però che sei strano,” e “Che cose strane che dici, però ti dobbiamo lo stesso dare ascolto”. E a forza di dirlo e a ridirlo pure lui si convince di essere strano, ma tanto tanto strano. La sceneggiatura del film ripete la parola strano più volte di quanto lo stia facendo io in questo post. Strano, vero?
"Perché me ne sto qui su in cima a una collina con un'aria misteriosa?
Perché fa tanto strano. O fa solo scemo?"
Odd Thomas è il personaggio protagonista di un paio di libri dello scrittore americano Dean Koontz: Il luogo delle ombre e Nel labirinto delle ombre, cosa che mi fa temere nella possibilità di un sequel anche al cinema. Ipotesi al momento per fortuna remota, visto che il film mi pare sia stato a mala pena distribuito nei cinema americani e in Italia ovviamente non è manco arrivato. I libri magari sono anche fighissimi. Magari sono persino davvero strani. La versione cinematografica è invece atroce e andando a scoprire il nome di chi si è occupato dell'adattamento non stupisce più di tanto. A produrre, sceneggiare e a dirigere il film vi è Stephen Sommers, già regista dei due La mummia, mediocri ma ancora decenti, e di due robacce inguardabili come Van Helsing e G.I. Joe – La nascita dei cobra. Dopo queste grandi produzioni, fa piacere vedere che il Sommers si è avventurato a girare una pellicola più piccola. Dopo aver visto il film, non fa più piacere.
"Hai girato questo film solo per recitare con me, vero?"
"Più che al recitare, veramente pensavo di fare con te qualcos'altro..."