Ode alla Cincia

Da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
Mi separano ormai tanti sogni e battiti di ciglia da quanto vi narro, in un luogo lontano nello spazio e nel tempo. Ma accadde.
Accadde un giorno che la Cincia, cangiante di lignaggio e onomatopeica al  linguaggio, mi donò un'inattesa emozione. Eravamo vessati, frustrati, esasperati da una comune responsabile che, lungi dall'infondere entusiasmo, irradiava apatia, sbadiglio e ottusità, attingendo a piene mani da un barile puntualmente scaricato sui di noi gropponi.
Fu quel dì che, stufa di non poter procedere a portare avanti un progetto con un cliente, mancando i dati per promuovere un'iniziativa, la Cincia si appropinquò alla scaricabarile e così favellò: "Non è che potrei mandare io direttamente la cliente? Magari le mando una mail e le chiedo l'elenco di indirizzi per poter contattare le persone da coinvolgere nell'iniziativa. Così ti scarico un po' di lavoro..."
Ah! Che prova d'abnegazione e forza d'animo ascoltavano le mie dumbe! Io ormai avevo già dato, ogni mia singola cellula epatica giaceva da mesi sotto una dignitosa lapide sulla quale l'epitaffio recitava: si è battuta con coraggio e perseveranza contro le soverchianti forze della mediocrità dell'organigramma aziendale; qui giace in meritata e tribolante pace. E con quale scaltrezza di donnola raggirava l'irritante menefreghismo di una responsabile, resa tale da convenienze di malleabilità gestionali, spacciando la propria esasperazione per soccorso a soverchianti incombenze della scaricabarile di cui sopra.
Chissà com'è che sono sempre i più imbranati, i più insipidi e grigi, a dispensare agli altri aforismi di saggezza sul saper stare al mondo, poiché la scaricabarile di cui sopra, replicò: "Ah sì, se vuoi provaci! Tanto sarà tutto tempo sprecato, sono mesi che mando mail a questa cliente e non mi risponde nemmeno."
Costringendosi a un'inammissibile modestia di fronte a tale barile di sentina, novella e ciambella fra' Cinciofora al cospetto di uno sprezzante Non M'intrigo, rispose la Cincia: "Eh beh, io ci provo lo stesso, magari mi manda l'elenco."
Rispose sfacciata la demente, ragliando con occhietti lucidi che invano volevan celare intelligenza dietro vetro di trasparenza: "Sì, come no! Gli asini che volano!"
Tornò la Cincia, con ferrea disciplina da jedi, al proprio computerino piccino picciò. Iniziò ad arroventare le rotelline dentro il crapino e con boccoli vibranti di spietato barracuda, compose la letterina. E inviò.
Accadde questo un lontano, tardo pomeriggio.
La lontana mattina successiva a quel lontano pomeriggio, appena fatto accesso al client di posta, mi attendeva in Cc la mail di risposta della cliente.
Ringraziava la Cincia per la magnifica idea di coinvolgere tot persone, rendendole partecipi al progetto, con profusione di gratitudine le allegava l'elenco di indirizzi e non esitasse a chiederle ulteriori informazioni.
Troppo buona e corretta e frrrrragolina, come margherita di campo, fu invero la mia Cincia.
Poiché si limitò a esclamare: "Oh! Mi ha risposto!" Al che l'inetta si limitò a un supponente: brava, procedi pure.
Quanto bello sarebbe se nei ruoli di responsabilità lavorassero persone con la passione per ciò che fanno, con il piacere e il desiderio di svolgere al meglio il proprio mestiere, con soddisfazione propria e del cliente. Quanto bello sarebbe! Me ne stetti zitto, godendo intimamente in comunione con la Cincia, che ormai le poche energie le riservavo a recar visita alle mie celluline epatiche al camposanto.
Ma quanto bello sarebbe stato far echeggiare a voce alta in tutto lo stanzone: "Oh, hai visto la Cincia quanto ci ha messo a risolvere in mezza giornata quello che tu non hai risolto in sei mesi?! Magari ha chiesto qualcosa nel modo adeguato, e con la voglia di coinvolgere! Di entusiasmare! Dedicando tempo e professionalità alla persona che avrebbe letto la mail. Hai visto i tuoi asini che volano quanto tempo ci ha messo la Cincia a tirarli giù a fucilate?"
Purtroppo, nella vita, non sono gli asini che volano il problema, che a quelli, come pure agli angioletti con le piume, basta una mail o una bestemmia per crivellarli a pallettoni. Il guaio è quando si ha a che fare, sulla terra, con gli asini senza ali, con la loro incompetenza e i loro alibi alati.
Non i ciuchini nelle stalle, eh! Che quelli sono tanto teneri e trudy.
No, quelli che stanno in un ufficio, mentre dovrebbero stare in una stalla.
A nettar strame da sotto il culo dei ciuchini. Chiedendo prima permesso.
Perché questo post?
Intanto perché sì.
Poi perché è dedicato a una persona alla quale voglio bene.
Infine perché proprio ieri, dopo anni, o forse son decenni nemmen tanto lustri, la rividi previo scambio di sms.
Kisciotte: Gatton gattoni, topon toponi, cincillà cincilloni... Vabbè x dire che sto appropinquandomi. A tra poco arf arf 8-)
Cincia: Sto affilando le zanne da tutta mattina per rosicchiarti per bene.
smacK.

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