Chi, vivendo, finge il sognare, sognando, in realtà, finge di vivere.
Odisseo vaga. Odisseo va pensando che il suo vagare è come il sorriso dell’infinito, che il suo vagare è un eterno rilanciarsi di dadi, sa che la sua ricerca rincorre qualcosa che esiste soltanto nel suo cercarla; sa che se la sua vela si gonfia, la sua meta forse è già trovata.
Roberto Fantini accoglie un eroe umano, debolezze e virtù si presentano nella loro totale bellezza, fondendosi nello sfondo della sofferenza, della vecchiaia.
Odisseo ha paura del male fisico.
Nel cuore di Odisseo riaffiorano frantumi di ricordi, echi del passato, fantasmi della sua inquieta esistenza. Con loro, il vecchio Odisseo impara a dialogare, senza smettere mai di gettare lo sguardo verso i confini dell’Essere.
Il suo viaggio diventa il nostro viaggio, un confronto inesorabile che ci obbliga a fermarci per raccogliere i pensieri; un viaggio che il lettore è invitato a fare, sospinto da una bruniana ansia di infinito per approdare al sentimento dell’Unità della Vita cantato da tutti i grandi mistici.
L’errore più grande di tutta la mia vita è forse questo: avere avuto la presunzione di andare da qualche parte, cercando qualcosa.
Roberto Fantini
Insegna filosofia e storia in un liceo classico. Si occupa di educazione ai diritti umani all’interno di Amnesty International. Ha pubblicato: Pena di morte: parliamone in classe (2006); Liberarsi dalla paura. Tutela dei diritti umani e “guerra al terrore” (2007); Una giornata particolare (in collaborazione con Antonio Marchesi – 2010) e La morte spiegata ai miei figli (2010). Cura la rubrica Human Rights per Free Lance International Press.
Dal 2004 si dedica anche alla pittura, partecipando a mostre collettive e personali il cui ricavato è stato destinato ad Emergency e ad Amnesty International. Nel 2012 per la Graphe.it edizioni ha pubblicato Il cielo dentro di noi. Conversazioni sui diritti umani (sul mondo che c’è e su quello che verrà).
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