Pistoia
Percorrendo in ferrovia quel tratto di campagna che separa Firenze da Pistoia, ogni innamorato della Natura proverà sempre quelle sensazioni di serena bellezza che desta nell’animo il paesaggio toscano, cosi sparso di abitazioni umane eppur così tranquillo, così coltivato in ogni suo angolo più remoto, eppur tanto vario e pittoresco da dar l’illusione del naturale avvicendarsi d’ una vegetazione spontanea e inesauribile.
Ma nessun tempo per me come il declinare dell’Autunno in una fresca e limpida mattina offre all’occhio sensibile tutta la misteriosa poesia delle cose, baciate dalla prima luce del sole. I monti e le colline più lontane assumono allora le più tenui gradazioni della porpora e della viola mentre l’argenteo chiarore di cui si ammanta il cielo a poco a poco si tramuta in oro purissimo.
I lunghi filari di loppi sui quali serpeggia la vite stendono i loro rami convulsi già nudi, gli ulivi ondeggiano alla brezza le loro chiome grigie e luccicanti, i salici qua e là risaltano nei loro toni sanguigni, i lecci mostrano la loro massa cupa e rotondeggiante di foglie, mentre i magri ed eleganti cipressi s’appuntano verso il cielo, e le case coloniche nel piano o le ville sui poggi biancheggiano in note gaie e luminose.
Pistoia – Madonna dell’Umiltà
Ma ecco che il « mostro ansante » rallenta la sua corsa sfrenata e Pistoia ci apparisce tra i suoi campanili, con la cupola della chiesa di S. Maria dell’ Umiltà che, a prima vista, in piccola mole ricorda la colossale e magnifica cupola fiorentina consacrata dal genio del Brunelleschi. L’occhio non ha più il tempo di fermarsi con compiacenza su quelle linee architettoniche; siamo arrivati ed ora potremo conoscere più intimamente il carattere artistico della città.
Ogni centro di vita toscana ha la sua speciale fisonomia, e, come S. Gimignano si può chiamare la città delle torri, cosi Pistoia è la città dei pulpiti : e con essi, da quello antichissimo della chiesa di S. Michele in Groppoli che ne dista poche miglia, al capolavoro di Giovanni Pisano, noi possiamo percorrere e plasticamente ricostruire tutta una mirabile evoluzione d’arte.
( Odoardo Hillyer Giglioli, Pistoia nelle sue opere d’arte – F.Lumachi, Firenze 1904 )
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