Plumbee emozioni si affacciavano timide mentre l’aria,
tiepida, si arricchiva di una calma trasparente. Poco distante, un esile e
vecchio fiumiciattolo riposava nel contemplare un debole esordio di primavera;
le sue fiacche acque giacevano immobili nel riflettere l’ultimo sole della
giornata. La gente trafelata camminava lentamente sui grigi marciapiedi,
scappando da non so dirvi quali paure e, talvolta, schivando non troppo bene inquietanti
ansie e sbadati passanti. Sopra di loro, un placido cielo ospitava uno
smisurato silenzio che si estendeva in ogni dove avvolgendo premurosamente ogni
singola anima. Tutto sembrava straordinariamente fermo ma eccezionalmente
vivace, al punto che ogni sentimento condensava in un insignificante punto che
si espandeva magicamente nell’universo intero, dal fiume al sole, e, forse,
anche più in là.