Oggi al Cinema incontra Alessio Di Clemente

Creato il 13 settembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Alessio Di Clemente: “Nel cinema italiano tutto è nelle mani del coraggio e della buona volontà dei produttori. Con l’Arbitro è stata premiata la creatività”.

Di ritorno da Venezia, Alessio Di Clemente ha raccontato, in esclusiva per Oggi al Cinema, l’emozione provata nel partecipare al Festival con il film L’arbitro, in uscita il 12 settembre, e con protagonisti Stefano Accorsi e Geppi Cucciari. L’attore ha inoltre espresso un parere sul cinema italiano dei nostri giorni ed ha affrontato altri argomenti che riguardano la sua carriera.

Salve Alessio. Partiamo dall’esperienza che la vede coinvolto in questi giorni, il film L’arbitro con Stefano Accorsi e Geppi Cucciari. Può darci qualche anticipazione sul film?
Il film è una commedia nera, che parla di quanto la vita delle persone dipenda dal coraggio delle proprie scelte.
Che sensazioni hai provato a partecipare al Festival di Venezia, nella sezione autori, e quali aspettative hai riposto in questo evento?
Sono appena tornato da Venezia, io di solito non mi emoziono facilmente. Diciamo però che questa volta ho visto riconosciuti e premiati 20 anni di lavoro, una bella sensazione.

Lei è anche insegnante al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Quali sono i princìpi che cerca di insegnare ai suoi alunni che vogliono intraprendere la sua strada?
Il lavoro di insegnante mi gratifica molto, posso trasmettere tutto il materiale accumulato nelle mie esperienze. Voglio che innanzitutto i miei allievi comprendano di essere pezzi unici, e abbattano ogni difesa emotiva per essere liberi di creare.

Il suo curriculum vanta tante esperienze di prestigio sul grande schermo. Quali sono i film cui ha partecipato che ricorda con maggiore piacere e perché?
Sicuramente Doc West girato in New Messico con Terence Hill e Paul Sorvino. Unico attore italiano della mia generazione che ha sfidato Trinità a duello nella main street. E chiaramente L’Arbitro in cui ho vinto la sfida di interpretare con successo un pastore sardo, essendo io fiorentino di Ponte Vecchio.

Se le sue esperienze al cinema sono tante, non sono da meno quelle in televisione. Quali sono invece le partecipazioni in fiction di cui va più fiero e perché?
Ho appena finito di girare Il Signore sia con te accanto a Virna Lisi, bellezza senza tempo, con la regia di Gianni Lepre. Ottimo prodotto televisivo in cui interpreto un giornalista che mi ha intrigato per la sua umanità.

Come giudica il mondo del cinema e della televisione dei nostri giorni? Quali sono secondo lei i punti di forza e i punti deboli di questi due mondi?
Il problema è che non c’è un vero sistema industria. Tutto è nelle mani del coraggio e della buona volontà dei produttori. Il lato positivo è che la creatività, come nel caso de L’arbitro, in qualche modo trova la sua strada per emergere e vivere.

Oltre a grande e piccolo schermo, lei tiene molto anche al teatro. Che ruolo ha il teatro nella formazione di un attore e perché va valorizzato secondo lei?
Senza il teatro un attore non è un attore. Se riesco ad emozionare il pubblico faccia a faccia allora so fare il mio mestiere.

Oltre a L’arbitro, ha già dei progetti ben definiti da presentarci?
A fine ottobre debutto con Lo Sfascio di Gianni Clementi con la regia dello stesso Clementi insieme a Saverio Di Biagio. Nel cast ci sono pure Nicolas Vaporidis, Primo Reggiani e Simone Corrente. Prodotto da Simone Giacomini di Mind Production. Saremo per tre settimane a Roma al Teatro Sala Umberto da fine ottobre. Poi un altro progetto interessante di cui però non posso ancora svelare nulla.

Quali sono i suoi sogni nel cassetto e cosa le piacerebbe fare che non ha ancora fatto?
Interpretare un grande ruolo di protagonista in una tragedia Shakespeariana, come Macbeth in teatro, e al cinema un ruolo molto forte, di grande impatto emotivo.

di Francesco Sciortino per Oggialcinema.net


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