Oggi al Cinema incontra Marco Risi regista di Cha Cha Cha

Creato il 20 giugno 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Intervista a Marco Risi:Il mio noir metropolitano per raccontare il Paese

TAORMINA. “E’ un film di genere e me ne vanto”, così aveva detto un anno fa Marco Risi, proprio al Taormina FilmFest, mentre presentava il working in progress di quello che oggi è Cha Cha Cha, il suo nuovo film, un noir a capofitto nelle notti romane, tra malavita e corruzione. Presentato con successo al festival di Taormina, vede protagonisti Luca Argentero ed Eva Herzigova: “Avere nomi di richiamo sicuramente aiuta – ci racconta il regista – ma gli attori di questo film li ho scelti perchè mi convincevano”.

Come definirebbe Cha Cha Cha?
Un thriller in una Roma cupa e viscida, in cui si sente aria di potere che perde colpi con personaggi potenti che tentano di resistere. Quindi un film di genere che non è solo azione e basta, ma che sa anche raccontare il Paese. Al centro poi c’è una figura che mi è sempre piaciuta tanto nei film americani e francesi, e che volevo portare sugli schermi italiani: il detective privato. Mi piace pensare che il film somigli alle storie belle di Altman, alle atmosfere di Chandler, e che sia una storia dove alla fine torna tutto, come Hitchcock insegna, perchè non mi piacciono i furbi che lasciano le cose in sospeso.

Che ne è del progetto sulla trattativa stato-mafia?
Volevo farne un film ma per ora è accantonato, ho incontrato anche il figlio di Ciancimino, Ingroia, l’argomento è stimolante. Che lo stato tratti con la mafia la dice lunga sullo stato di salute del nostro paese, quindi questo mi interessava. Per altro io credo ci sia stata questa trattativa: a fin di bene alcuni politici avranno pensato che fosse giusto entrare a parte con quei personaggi lì, è inimmaginabile eppure secondo me è successo davvero.

Perchè, a parte rare eccezioni, manca il cinema civile/politico in Italia?
Ogni tanto qualcosa si fa, si vede, l’importante è fare bei film, che poi parlino di sociale o civile è relativo. Il cinema italiano è in crisi da tantissimi anni, negli anni 60 si facevano 300 film l’anno, adesso 90 di cui ne escono 60. C’era una qualità alta allora, adesso non sempre è così. E anche se sei Alan Parker ti servono nomi commercialmente appetibili che ti permettono di chiudere il film. Luca Argentero però l’ho scelto io, è molto bravo, e qui tra le altre interpreta una scena di lotta dura, lo braccano nella doccia, lui la affronta completamente nudo, per la gioia del pubblico femminile. Una scena d’azione molto forte, in questo film dona una performance molto fisica.

Un ricordo di suo padre?
Una volta conoscendo Scorsese mi disse che c’era un professore universitario americano fissato con Il sorpasso che era riuscito a dimostrare che la macchina nel film compisse un punto interrogativo. Tornai da mio padre, glielo dissi e lui rispose: “Finalmente qualcuno se ne è accorto”. Ovviamente scherzava.

Il più grande insegnamento che le ha trasmesso?
Che le cose serie vanno trattate con leggerezza e le cose leggere con serietà. Lui non si è mai preso troppo sul serio, si considerava un artigiano, io oggi rivedo i suoi film e capisco quanto sia stato grande.

di Claudia Catalli


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