La campagna elettorale si è conclusa l'altro ieri e la città-capitale, Lomé, è tranquilla, ma il grande interrogativo è cosa succederà dopo il conteggio dei voti.
Cinque candidati e un favorito, Faure Gnassingbé, presidente uscente, in carica dal 2005 e che ora cerca un terzo mandato.
A consentirglielo è una riforma varata, nel 2002 da suo padre Gnassingbé Eyadema, sua volta presidente dal 1967 alla morte, avvenuta nel 2005.
Il principale rivale del capo di stato uscente è Jean-Pierre Fabre ma questi non ha il consenso di tutta l’opposizione, che anche stavolta, come già in passato, non è riuscita a trovare l’accordo su un candidato unico: è possibile, quindi, che i voti si disperdano.
Gioca a favore del presidente al potere anche la maggiore disponibilità di mezzi finanziari, che si è evidenziata durante la campagna elettorale.
A preoccupare i quattro sfidanti di Gnassingbé, al momento, è però il sistema di conteggio elettronico scelto dalla commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), un tema che ha suscitato polemiche negli ultimi giorni.
Succes, questo il nome del programma, dovrebbe garantire la trasparenza del voto, ma l’opposizione teme brogli.
Il portavoce di Fabre ha reso noto che anche il suo schieramento ha organizzato un sistema di conteggio per poter confrontare i propri dati con quelli della Ceni.
Il vincitore delle presidenziali si troverà comunque davanti una situazione complessa.
Le scuole, infatti, sono chiuse da un mese, gli insegnanti hanno dato vita a proteste, così come gli infermieri,che chiedono salari più alti che consentano una vita dignitosa.
C’è veramente bisogno che chi desidera essere alla guida di questo paese si metta al servizio della gente, soprattutto per quanto riguarda i bisogni più pressanti: lavoro, scuola, salute e infrastrutture.
Negli ultimi anni si dà il caso che lo sviluppo abbia riguardato solo Lomé. (Fonte MISNA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)