Oggi, a gambe incrociate e il collo leggermente piegato in avanti, vivo da zingara la mia ricerca. Proseguo nel preparare un esame, nel pensare a quanto mi manca lavorare, nel mettere insieme altri tasselli del puzzle che mi si è frantumato dentro.
Sono zingara come Vianne, e proprio stamattina ho preso in prestito il libro che parla di lei (e qui di nuovo devo ringraziare Carolina e un suo post). Sono senza dimora, il treno è la mia casa, che mi conduce nei rifugi che mi accolgono per mangiare e dormire. Amo la mia casa che è tante case, la mia vita che è tante vite, il mio amore che è tanti amori, il mio lavoro che è tanti lavori. Amo questa posizione che fra poco mi farà venire male ai muscoli e contorcere dalla fame. Amo questa giornata iniziata un po' storta ma che sta diventando mia.