Ci apre le porte di casa sua Maria Teresa Valle, che ha recentemente pubblicato con F.lli Frilli “Il conto da pagare” e “La guaritrice”. Intervista a cura di Alessandro Noseda.
Buongiorno Maria e grazie per l’accoglienza. Posso farti qualche domanda mentre traffichi in cucina?
Buongiorno Alessandro, accomodati. Certo, basta che non sia troppo impegnativa altrimenti mi distraggo e faccio bruciare quello che sto cucinando.
Ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
Sono una donna. Informazione fondamentale per far capire chi sono. Come tale sono moglie-madre-nonna- zia-sorella e sono stata a mia volta figlia e nipote. Sono, e non me ne dimentico mai, una biologa e, in tempi più recenti, un’autrice (non oso fregiarmi dell’appellativo di “scrittrice”). Felicemente in pensione ho cominciato a scrivere e non ho più smesso. Lettrice lo sono da sempre. Leggere è come vivere cento, mille vite e scrivere è un viaggio che non finisce mai all’interno di se stessi.
Perché hai accettato di accordare un’intervista a Giallo e Cucina? È un Blog che segui?
Giallo e Cucina mi è sembrato essere in grande accordo con i miei noir dove ci sono sempre alcune ricette, visto che la protagonista, da donna normalissima, cucina. Non è molto che ho scoperto questo blog e lo trovo molto interessante.
I tuoi gialli, come nasce l’idea?
L’idea nasce sempre per caso, osservando la realtà attorno a me. Può scaturire da una frase sentita per strada da uno sconosciuto, da un particolare visto, da una sensazione provata. Basta veramente una piccola scintilla per scatenare il fuoco. I miei amici sono sempre un po’ guardinghi con me. Temono di finire in qualche libro. Alcuni invece ci terrebbero, il problema sta nel fatto che nessuno vuole impersonare la “vittima”. Chissà perché!
Dove scrivi? carta e penna o direttamente al p.c.?
Assolutamente PC. Donna moderna sono!
Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?
Il silenzio. La musica va ascoltata per ascoltarla. Mi danno fastidio anche le persone che mi circolano intorno. Ne sa qualcosa mio marito.
Da dove trai ispirazione? Quanto rubi alla realtà e quanto è frutto solo della tua fantasia? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia? Quali sono le maggiori difficoltà nella stesura di un romanzo?
Non cerco l’ispirazione: viene da sola. Mi piace raccontare delle storie. Realtà e fantasia si mescolano in parti uguali nei miei noir e si intrecciano così intimamente da diventare un tutt’uno inscindibile. I personaggi vengono fuori da soli e sono loro a guidare la storia che io ho in mente. Niente scaletta. La storia sta tutta nella mia testa e i personaggi non vedono l’ora di interpretarla. Non trovo difficoltà nella stesura del romanzo. La fatica più grande per me è la correzione, la limatura, l’eliminazione delle parti didascaliche.
E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci?
Sono stata così fortunata che sono entrata nella famiglia “Frilli” in punta di piedi e ora ci sto dentro come fossi una di loro.
C’è un titolo a cui sei particolarmente affezionata o non hai figli prediletti?
Tutti i figli sono “pezzi ‘e core”
Hai altri progetti in cantiere?
Ho sempre mille progetti. Scrivo per il teatro, drammatico e comico, sto scrivendo il libretto di un’opera lirica e, naturalmente, il settimo noir. In questi ultimi tempi mi sento tentata dal romanzo non di genere, ma è ancora un pensiero pellegrino… Nel frattempo scrivo anche racconti, se me lo chiedono…
Descriviti come lettrice? Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo?
Sono una lettrice compulsiva. Leggo tre o quattro libri contemporaneamente. Leggo qualunque cosa eccetto la fantascienza e il “fantasy”, con una forte predilezione per il noir italiano.
E se devi regalarlo un libro come scegli?
Cerco di regalare un libro che sia adatto alla persona che lo deve ricevere.
Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
Difficile dare questo genere di consigli, ma la prima cosa da verificare è se c’è un minimo di “stoffa” o se è meglio lasciar perdere. Si può cominciare mandando qualche racconto a uno dei tanti concorsi che ci sono in giro. Se viene accettato (anche se non vince) è un buon segno. Un altro consiglio potrebbe essere farlo leggere a una persona qualificata per un parere spassionato. In caso sia positivo occorre perseverare.
Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico? Una domanda che non ti hanno mai fatto (e a cui avresti voluto rispondere) ed una che t’ha messo in difficoltà?
Adoro presentare i miei libri. Come tutti quelli che scrivono sono un’inguaribile narcisista, ma essendo una narcisista consapevole faccio pochi danni. Mi piace il contatto con il pubblico e non sono per niente timida. Mi piacerebbe che mi si chiedesse cosa ho provato la prima volta che ho visto il mio primo libro sul banco di una grande libreria. (Risposta: emozione allo stato puro!). Mi ha messo in difficoltà recentemente una lettrice che durante una presentazione ha letto una frase parziale dal mio ultimo libro, da cui si evinceva un errore temporale gravissimo. Sono rimasta senza parole e la mia autostima è precipitata sotto il livello del mare. Tornando a casa in macchina , e solo allora, ho capito di non aver sbagliato, bastava arrivare in fondo alla frase e si capiva che non c’era nessun errore. L’autostima è risalita un po’, ma mi sono incavolata con me stessa per non aver saputo rispondere al momento.
Oltre alla scrittura, alla lettura e alla cucina, come ami impegnare il tuo tempo?
Sono una di quelle inguaribili ottimiste che pensano di poter fare qualunque cosa, così ne faccio molte e tutte male. Ho un orto piuttosto grande dove coltivo di tutto. Faccio conserve di ogni tipo e congelo verdure pronte e pesto per tutto l’anno. Mi piace andare per funghi, frequento una scuola di salsa cubana, e di gestualità femminile. Faccio yoga. Frequento una scuola di scrittura teatrale drammaturgica e una di scrittura teatrale comica . Vado a teatro e non so ancora il prossimo inverno cosa mi inventerò per tenermi occupata… Dimenticavo: faccio spesso la nonna.
Come consuetudine di Giallo e Cucina, ti chiediamo di chiudere con una ricetta ed una citazione! E grazie ancora dell’invito a pranzo!
La ricetta è molto semplice, ma forse non molto conosciuta. Fa parte del mio penultimo libro “Il conto da pagare” si tratta de “I Rustetti“:
Bisogna tagliare un coniglio in pezzi molto piccoli, farlo rosolare con l’olio extravergine, una foglia di alloro e uno spicchio d’aglio. Quando è ben dorato si bagna con il vino bianco secco, si sala e si fa consumare il vino. Quando è cotto si aggiunge una grossa manciata di funghi secchi fatti rinvenire in acqua tiepida e tritati grossolanamente. Un’ultima veloce mescolata a fuoco vivace ed è pronto.
E per finire la citazione:
Non basta saper scrivere per essere uno scrittore.
Ciao a tutti e grazie dell’attenzione.