Ospite di Alessandro Noseda oggi è Massimo Fagnoni. Per chi avesse voglia di approfondire la sua conoscenza, ecco l’indirizzo della sua pagina internet: www.massimofagnoni.com
Buongiorno e grazie per l’accoglienza. Ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
Mi chiamo Massimo Fagnoni, bolognese classe 59, sono un poliziotto locale di professione, o pulismano come dicono a Bologna, laureato in filosofia ex educatore professionale, leggo perché leggere per me è imprescindibile, non dico come mangiare e bere ma quasi. Scrivo perché mi piace, è terapeutico, gratificante, mi piace raccontare storie, inventarle, condividerle e dopo tanti romanzi, ormai sette pubblicati, è una delle cose che amo di più fare.
I tuoi romanzi, come nasce l’idea?
Spesso per caso, o dalla cronaca o da un bisogno. Scrivo soprattutto storie nere e di spunti ne ho a bizzeffe dalla cronaca italiana, spunti ne trovo molti nel mio mestiere, per strada di giorno e di notte insieme ad altre forze dell’ordine, basta guardarsi intorno, basta respirare certe atmosfere e le idee arrivano, da sole. Poi le lascio crescere dentro e quando mi sento pronto scrivo.
Dove scrivi? Hai un “luogo del cuore” dove trovi ispirazione?
Scrivo ovunque, ma il luogo di origine, come negli incendi, è il mio sgabuzzino, che nasce proprio come sgabuzzino, grande uguale, quando abbiamo comprato casa io e mia moglie lei disse, ecco quello sarà il tuo studiolo, minuscolo, ci sta appena il pc, la mia collezione di Tex e una sedia, ha una finestrella affacciata su un cortile interno e stop, ma lì sono nate molte delle mie storie.
Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?
Musica, sempre e comunque, ho cambiato solo genere, adesso ascolto più musica e meno parole, ascolto, trance, goa, classica, cold play etc etc.
Il silenzio della Bassa è la tua ultima fatica. Dove hai trovato spunto? E’ autobiografico? Quanto prendi in prestito alla realtà e quanto è frutto di mera fantasia? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia
Lo spunto è banale la scomparsa e il ritrovamento della povera Yara Gambirasi, ma è solo uno spunto perché non c’entra nulla né con la storia reale né con gli sviluppi, peraltro fermi da un pezzo, non è autobiografico, il mio secondo obiettivo in questo caso era di parlare dei mass media e della televisione spazzatura, quella che sbatte i mostri in prima serata e campa sulla cronaca nera. I personaggi sono dentro di me, sono quelli che incontro nella vita tutti i giorni, quelli che incontro in tanta letteratura e cinema. seguo una scaletta poi la tradisco continuamente.
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura del romanzo?
Ho dovuto rifarlo di sana pianta, in questo caso, l’editore che a me piace molto (Frilli di Genova) voleva un personaggio seriale, nuovo e mi ha chiesto di rivoltare la storia fino a metterlo in luce, è stata dura, perché è sempre faticoso prendere un lavoro finito e riscriverlo, ma ce l’ho fatta.
Del rapporto con Editore ed Editor cosa puoi dirci?
Ho pubblicato con 5 diverse case editrici, e non ho mai avuto problemi, il mio è un lavoro creativo, e mi piace lavorare a contatto con chi della narrativa ne ha fatto un mestiere, è gente coraggiosa, specie oggi, ed io sono un privilegiato, perché non scrivo per vivere, ma soprattutto per passione. L’editor è fondamentale, alla Giraldi sono tornato con un libro di racconti soprattutto per l’editor.
Hai altri progetti in fieri?
In inverno uscirà, spero, il mio terzo romanzo con Eclissi di Milano, anche questo è seriale, sono le indagini del maresciallo Greco e dei suoi carabinieri, un’altra avventura.
E se ti proponessero una sceneggiatura per un film? Saresti d’accordo o ritieni che i tuoi romanzi soffrirebbero nella trasposizione cinematografica?
E’ il mio sogno nel cassetto, i miei romanzi sono sempre immaginati per il cinema o la fiction, sono spesso dinamici e d’azione, direi solo dove devo firmare?
Descriviti come lettore. Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E se devi regalarlo un libro come lo scegli?
Leggo soprattutto noir e ultimamente racconti italiani (Calvino) e stranieri Cheever, però non disdegno anche altri generi, dipende da ciò che mi ispira. Se devo regalare un libro penso alla persona che lo riceverà e mi regolo di conseguenza.
Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
Mai arrendersi se credi in ciò che hai scritto, se è una storia interessante prima o poi qualcuno se ne accorgerà, non pagare mai un editore per pubblicare, piuttosto autoproduci il tuo romanzo adesso costa davvero poco
Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché? Se ti va, ponigli il quesito che da tempo hai in mente! Magari è tra i lettori del Blog!
Mi piace Cormac McCarthy, e mi piace Lansdale Joe R, hanno due modi diversi di proporre la violenza della nostra società, anzi della loro società quella americana, ma dentro c’è un’atmosfera che ritrovo e che a volte cerco di trasporre nei miei scritti, poi mi piace il ritmo, la capacità di descrivere dati oggettivamente reali da una parte, come la crudeltà della natura (McCarthy) o la capacità di scrivere con ironia e leggerezza anche per affrontare storie truci e sanguinolente, Lansdale. Fra gli italiani mi piace Baricco, e alcune cose di Ammaniti, nessun quesito.
Quale suo libro consiglieresti ai nostri lettori?
Cavalli selvaggi, la strada Cormac McCarthy
Mucho Mojo Lansdale
Donaci una citazione e una ricetta.
La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte.
Louis-Ferdinand Céline
Viaggio al termine della notte
Uno dei libri che bisogna leggere prima di morire
https://mignonnetwork.com/come-si-fanno-le-tigelle/
Nel link sopra c’è la mia ricetta per le tigelle che donai a un amico per metterla in rete, è vostra.
Grazie mille e a presto