L’ospite di oggi è Romano De Marco che ha pubblicato il romanzo “Io ti troverò”. Se volete maggiori informazioni, visitate il suo sito internet http://www.romanodemarco.it
Nel frattempo vediamo cosa ci racconta nell’intervista rilasciata ad Alessandro Noseda.
Intervista a Romano De Marco a cura di Alessandro Noseda
Alessandro : Buongiorno Romano e grazie per il tempo che ci dedichi!
Buon giorno a voi, è un piacere essere qui!
Come mai hai accettato un’intervista per Giallo e Cucina? Segui il nostro Blog? Che rapporto hai con la cucina?
Confesso di no, non sono un appassionato di cucina. In compenso ho una compagna che oltre ad esserlo è anche un’ottima cuoca, frequentatrice di blog e lettrice di riviste di gastronomia.
Ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
Sono un quasi cinquantenne con un lavoro molto impegnativo (sono il Responsabile della sicurezza di un grande gruppo bancario) che è sempre stato un avido lettore e appassionato di cinema, serie TV, fumetti e mille altre cose. Dopo i 40 anni, quasi per caso, è nata la passione per la scrittura con la pubblicazione del mio primo romanzo (Ferro e fuoco, 2009) nella prestigiosa collana “Il Giallo Mondadori”.
“Io la troverò”. Come è nata l’idea? Dove hai trovato spunto? Quanto “scippi” alla realtà quotidiana e quanto è parto di fantasia?
“Io la troverò” è una storia di fantasia che trae spunto da un fenomeno purtroppo reale, quello della tratta delle bianche e della pornografia illegale. Io, però, utilizzo il thriller come un grande contenitore nel quale posso trattare temi anche più universali come l’amore, il tradimento, l’amicizia. Do molta importanza alla trama ma non trascuro la psicologia dei personaggi che cerco di rendere il più “reali” possibili.
Scrivere un romanzo giallo richiede tempo e documentazione. Come affronti la cosa? Hai il mito del delitto perfetto?
La mia narrativa è di genere ma non del genere “giallo classico” (alla Agatha Christie, per intenderci…). Il tema del delitto perfetto non mi intriga, preferisco storie dove i personaggi sono costretti ad affrontare un cambiamento, un percorso che abbia qualcosa di catartico. Mi documento sempre su quello che scrivo, lo ritengo un atto di onestà intellettuale e di rispetto nei confronti dei lettori (categoria alla quale non dimentico mai di appartenere).
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura del romanzo? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?
Generalmente costruisco la storia nella mia testa, senza prendere appunti, intorno a un’idea “forte” (che in questo caso era quella di un padre che riesce a risollevarsi da un baratro e a sconfiggere i suoi demoni personali grazie all’amore per una figlia che non vede da dieci anni). A questo punto inizio a scrivere e la storia viene fuori da se. Nel corso della stesura aggiungo eventi, personaggi, modifico alcune cose della trama… Un vero e proprio “work in progress” che mi stimola e mi diverte. Insomma, non sono uno di quegli autori “sgobboni” che prepara elenco dei capitoli, riassunto, fogli e fogli di appunti… preferisco andare a ruota libera!
E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci? Anche in questo campo hai una vasta esperienza.
Beh, Feltrinelli è il quarto editore con cui pubblico (senza contare le tante antologie di racconti alle quali ho partecipato) e devo dire che una competenza, una professionalità, una attenzione all’autore di questo genere non le avevo mai trovate. Tutte le scelte (dall’editing, alla copertina alla promozione) sono state fatte insieme, dopo aver discusso e valutato i pro e i contro. Ci sono editori, invece, che ti mettono davanti alle cose fatte senza nemmeno chiederti se sei soddisfatto o meno.
Dove scrivi? Hai un posto preferito? carta e penna o direttamente al p.c.?
Scrivo col PC, un po’ dove capita. Per lavoro mi divido fra Modena e l’Abruzzo e spesso approfitto dei pochi momenti di tempo libero per scrivere anche durante i viaggi in treno o le serate in albergo in giro per l’Italia.
Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo? Suoni qualche strumento?
Ho molti colleghi e amici autori che scrivono con un sottofondo musicale, mentre io preferisco il silenzio. La musica mi assorbe e mi distrae troppo, non riuscirei mai a scrivere mentre l’ascolto. Inoltre la musica condiziona troppo i miei stati d’animo e ciò potrebbe riversarsi anche sul contenuto delle cose che scrivo… Purtroppo non suono alcuno strumento ma la mia compagna, in compenso, è diplomata in pianoforte al conservatorio.
Descriviti come lettore? Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E sedevi regalarlo un libro come scegli?
Sono un lettore onnivoro, sto recuperando i classici che non ho letto da ragazzo e amo leggere gli autori italiani contemporanei. Il mio autore preferito di sempre è Giuseppe Pontiggia, mentre fra i viventi ho una venerazione particolare per Raul Montanari. Purtroppo non riesco a leggere oltre 30/35 libri l’anno. Faccio troppe cose e ho troppo poco tempo. Di quei libri uno su quattro è un libro di genere (giallo, thriller, noir) mentre gli altri sono letteratura.
Cosa pensi degli eBook? Avvicineranno gli italiani alla lettura? Perché da noi si legge così poco?
Non so se gli ebook possano servire ad avvicinare la gente alla lettura, purtroppo nutro grossi dubbi in proposito. Lo spero, naturalmente, anche se, personalmente, continuo a preferire il cartaceo. E i dati di vendita dell’editoria elettronica, purtroppo, sono ancora estremamente bassi, nonostante se ne faccia un gran parlare.
In Italia si legge poco perché siamo un popolo sostanzialmente ignorante e perché l’ultimo ventennio televisivo ha contribuito a bruciarci quei pochi neuroni ancora attivi che ci erano rimasti nel cervello. Scherzi a parte, penso che la sensibilizzazione alla lettura dovrebbe partire dalle scuole con un intervento specifico del governo. La realtà sconfortante, invece, è che la maggior parte delle famiglie italiane non ha libri in casa e che quasi il 50% degli italiani dichiara di legger meno di 3 libri l’anno.
un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
Il consiglio che mi sento di dare con tutto il cuore è di non essere presuntuosi, di non pensare di aver scritto il capolavoro del secolo. Accettare i consigli, le critiche, l’aiuto di terze persone (a meno che non vogliano semplicemente spillarvi soldi). E poi leggere, leggere , leggere. Chi pretende di essere letto senza essere lui il primo a leggere è come chi pretende di essere amato senza, a sua volta, amare. E attenzione agli editori che si fanno pagare! Sono una presa in giro e basta.
Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico? Una domanda che non ti hanno mai fatto (e a cui avresti voluto rispondere) ed una che t’ha messo in difficoltà?
Mi piace moltissimo presentare i miei libri in giro per l’Italia, il contatto con i lettori è una delle cose più belle dello scrivere. Non ci sono domande particolari a cui vorrei rispondere, accetto ogni tipo di curiosità e rispondo sempre volentieri a tutto. Una domanda che mi mise in difficoltà me la fecero a una presentazione del mio primo libro (Ferro e fuoco, Giallo Mondadori). Mi chiesero come mai prediligevo l’azione a scapito dell’approfondimento psicologico dei personaggi. Ci rimasi un po’ male e, sul momento, provai difficoltà nel rispondere. Ma era una scelta voluta… “Show, don’t tell” (mostra, non raccontare) era la regola che seguii in quel romanzo. Ed è una regola sacrosanta nel caso dei thriller.
Oggi la mia scrittura è cambiata, ed ho fatto talmente tante presentazioni che possono chiedermi di tutto senza riuscire a impensierirmi minimamente.
Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché? Ruota il tamburo e spara la domanda che da tempo hai in canna!
Gli autori di riferimento per la mia narrativa sono Raul Montanari e Sergio “Alan D.” Altieri. Sono autori quantomai diversi fra loro per stile e tematiche, eppure da entrambi traggo ispirazione per alcune connotazioni che cerco di dare alle cose che scrivo. Montanari per la sublime capacità di parlare dell’animo umano in maniera introspettiva e profonda riuscendo a mantenere una altissima tensione narrativa (è l’autore che ha inventato il “post noir”). Altieri per come sa rappresentare degli anti-eroi politicamente più che scorretti, segnati dalla vita, apparentemente freddi e spietati ma, in fondo in fondo, con un proprio codice morale e una loro connotazione positiva.
Non faccio mai, però, l’errore di tentare di imitarli. La mia è una ispirazione a un livello diverso.
Quale loro libro consiglieresti ai nostri lettori?
Difficile scegliere… Diciamo “L’esistenza di dio” per quanto riguarda Raul Montanari e “L’uomo esterno” di Alan D.Altieri. Ma con loro andate sul sicuro con qualsiasi titolo.
Grazie per il tempo che hai voluto dedicarci. Come consuetudine di Giallo e Cucina, ti chiediamo di chiudere con una ricetta ed una citazione!
Con la collaborazione della mia compagna Vi lascio la ricetta dello strudel di salmone e zucca:
Strudel baccalà e zucca
Ingredienti per 4 persone:
- 1 rotolo di pasta sfoglia da banco frigo;
- 600 gr. di zucca gialla;
- 500 gr. di filetto di baccalà già dissalato;
- 1 porro;
- 2 cucchiai di parmigiano grattugiato;
- Olio evo q.b.;
- Sale q.b.;
- Pepe bianco;
- 1 cucchiaio di latte parzialmente scremato.
Preparazione:
Pulire la zucca e tagliarla a dadini. In una padella antiaderente rosolare nell’olio extra vergine d’oliva il porro tagliato a striscioline (solo la parte bianca). Una volta appassito aggiungere la zucca e lasciar cuocere fino ad ottenere una composta (in caso di necessità aggiungere un po’ d’acqua durante la cottura). Lasciare asciugare la purea a fiamma lenta. In un’altra padella rosolare il baccalà a dadini nell’olio e portarlo a cottura.
Lasciar raffreddare la composta di zucca e il baccalà e, successivamente, unirli mischiandoli con un cucchiaio di legno aggiungendo il parmigiano. Condire con sale e pepe. Se il composto dovesse risultare poco denso aggiungere un cucchiaio di pan grattato. Stendere la pasta sfoglia, bucherellarla con una forchetta su tutta la superficie e farcirla con il composto di zucca e baccalà dandogli la forma di uno strudel. Spennellare la superficie dello strudel con il latte e mettere nel forno già caldo (180°) per circa 25 minuti, fino a quando la superficie della sfoglia non risulterà ben dorata.
Lasciare raffreddare e servire tagliato a fette come antipasto, accompagnato da un bollicine Franciacorta o da un vino bianco di uve Sauvignon.