Incontriamo oggi Stefano Tevini, così come lui si racconta nell’intervista rilasciata ad Alessandro.
Qui troverete informazioni circa il suo romanzo “Il Vampiro Tossico”
http://www.lapongaedizioni.it/index.php/it/collane/narrativa/98-vampiro-tossico
Grazie a Stefano per la sua disponibilità e buona lettura!
Intervista a Stefano Tevini a cura di Alessandro Noseda
Benvenuto a Giallo&Cucina. Un caffè? Un aperitivo?
Buongiorno a voi. Direi un aperitivo, un prosecco può andare.
Come di consueto, ti preghiamo di presentarti al pubblico. Chi è e perché scrive Stefano Tevini?
Stefano Tevini è un trentaduenne bresciano, notevole per stazza e prontezza di spirito, praticante del wrestling e della scrittura, amante dei fumetti e del vivere gaudente, laureato in filosofoa ed ex bibliotecario, tendente al dubbio sistematico e al lazzo tranchant. Stefano Tevini scrive perchè ne ha necessità. Ha qualcosa da raccontare, e trova nella scrittura il suo mezzo espressivo ideale, anche perchè non ha la costanza di chi studia recitazione, non ha il know how tecnico di chi fa cinema, non ha la manualità di chi fa musica o arti visive. C’è arrivato per esclusione? Forse, in ogni caso c’è arrivato.
Quando e come ha avuto origine la tua passione per la lettura? E per la cucina?
Pur non essendo io un cuoco di valore, girano per casa mia diverse artiste dei fornelli e, in generale, l’arte della cucina viene coltivata in casa mia con estro e personalità. Se mangi bene è pur normale che ti appassioni. Quanto alla lettura, diei ottobre 1990, con il numero 49 di Dylan Dog, Il mistero del Tamigi. Me lo regalarono su consiglio di uno zio, Maurizio, che mi ha sempre incoraggiato in tal senso. I fumetti sono stati il mio primo amore ma non bastavano, ora non passo giorno senza leggere un rigo o una vignetta, in auto ho sempre il libro del momento sul sedile del passeggero.
“Vampiro Tossico”. Com’è nata l’idea?
In quel periodo stavo inviando a diversi editori una raccolta di racconti che intendevo pubblicare. Rifiutate una valanga di proposte di pubblicazione più o meno a pagamento ho ricevuto la proposta, da Marcello Nicolini e Valerio Villa di La Ponga Edizioni, di sviluppare un romanzo da uno dei miei racconti brevi che, di per sè, hanno scarso appeal commerciale. Ho scelto, fra quelli segnalati, Vampiro Tossico, parte di un vecchio ma valido progetto di narrativa brevissima a cura di Anonima Scrittori, collettivo di cui tutt’ora faccio orgogliosamente parte. L’idea del vampirismo come dipendenza prende spunto da The Addiction, di Abel Ferrara, la piega anni ’80 stile Milano da Pere viene dalla mia personale curiosità e dal mio vissuto di ragazzino degli anni ’80 con il mito negativo del tossico dipendente. La miscela è sporca e per certi versi dolorosa, ma ne sono soddisfatto.
Ti sei ispirato a qualche persona reale per la caratterizzazione del tuo protagonista o è solo un parto della tua fantasia?
Di base è un personaggio inventato, ma c’è sicuramente parte della mia sensibilità nella struttura. Oltretutto, le dinamiche che vivono i miei personaggi non sono certo una novità. Credo si tratti di un protagonista realistico.
La storia si svolge essenzialmente dove? Quale il tuo legame con questa città? Ne hai una conoscenza diretta o hai dovuto documentarti diversamente per rendere tanto credibile l’ambientazione?
La storia si svolge nella periferia di una grande città. Nessuna in particolare, a dire il vero, e tutte al tempo stesso. Lo status di periferia, la periferia come forma mentis, è trasversale.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nella stesura della romanzo?
Una volta bucata la pagina bianca direi nessuna. L’aver firmato un contratto, l’essermi esposto, ha acceso in me una macchina che non sapevo di avere, ha spazzato via il timore, l’ansia da prestazione letteraria e tutto è venuto quasi da sè. Emotivamente non è stato semplice, ma ciò non ha creato intoppi nel processo creativo.
A chi e perché consiglieresti la lettura del tuo libro?
A tutti così guadagno tanti soldi! Scherzo, direi a chi cerca una lettura scorrevole ma densa al tempo stesso, a chi non è impressionabile e non ha paura di restare ferito. A chi ama leggere bene, dai, diciamolo.
Cosa puoi raccontarci a proposito della tua esperienza editoriale?
La Ponga Edizioni è un piccolo editore, con tutte le difficoltà del caso. Non si può certo pretendere una struttura articolata e con una potenza di fuoco promozionale pari a quella delle major. Nella microeditoria ci si deve arrangiare, certo, ma si tratta di gente seria e agguerrita. Valerio e Marcello vogliono fare bene, hanno gusti definiti e puoi apprezzarne l’umanità se hai voglia di impegnarti.
Che tipo di lettore sei? Ci sono degli autori ai quali ti ispiri o che rappresentano per te un modello di riferimento?
Mi definisco un lettore onnivoro. Leggo di tutto, anche le carte dei cioccolatini, sul serio. Onnivoro e vorace. Autori? Tanti, come ogni scrittore dovrebbe essere, sono un gran lettore e questo ti porta a incappare in tanti spunti e riferimenti. Butto lì alcuni di essi : Antonio Pennacchi, Ernst Hemingway, Albert Camus, Grant Morrison, Stan Lee, Jack Kirby, J.G. Ballard, Theodore Sturgeon, Giorgio Scerbanenco.
Hai altri progetti letterari in cantiere?
Certamente, in questo momento ho un progetto con un nuovo editore, un progetto articolato che sta ancora prendendo forma e di cui non posso parlare oltre. Poi, sicuramente, scriverò ancora per La Ponga Edizioni, l’idea già c’è, sul fronte fumetti è in corso di realizzazione una serie web per il portale Manicomix, un prodotto pieno di grandi potenzialità, e una graphic novel che sto realizzando, al fine di presentarla agli editori, con un amico disegnatore. Mi tengo in forma, direi.
A tua scelta: lasciaci con una citazione o con una ricetta
Le ho ambedue. Che faccio, lascio? Ma sì, dai!
“Non so se dio esista, ma se non esiste ci fa una figura migliore” – Stefano Benni
E ora una ricetta, semplice e solida come un bresciano!
COTICHE CON I FAGIOLI – PORZIONE PER 6 PERSONE
Ingredienti
- 1,5kg. di cotiche di maiale pulite e tagliate a rettangolini
- 1 kg. di fagioli
- 2 chiodi di garofano
- 2 dadi
- 2/3 foglie di alloro
- 1 bicchiere di vino bianco
- Burro, olio, sale, spezie e concentrato di pomodoro QB
- Mezza cipolla
- 2 spicchi di aglio
Procedimento
Soffriggere aglio, cipolla, olio e burro. Quando il soffritto è pronto, aggiungere tutto cotiche, fagioli, chiodi di garofano, un dado, l’alloro, il vino bianco, sale e spezie. Lasciar rosolare il tutto per mezz’ora, dopodichè assaggiare e, regolandosi a proprio gusto, aggiustare con sale e spezie e aggiungere qualche bicchiere di acqua a per fluidificare il tutto. Tempo di cottura : più o meno un’ora. Ideale con vini rossi corposi.