Oggi stacco, mi prendo una
pausa dal
mondo, dai suoi
rumori e dai suoi
abitanti. Isolo me stessa da ogni stimolo che arriva e si interpone fra me e il mio
interiore. Osservo il
volo di un
gabbiano solitario, che plana nell'arancio azzurro del cielo, dove il sole sul carro d'
Apollo, sta per tuffarsi in mare. E' sereno quel gabbiano, nel suo fluido planare semisospeso nell'aria brillantina del tramonto, lui vola ma non sogna, guidato solo dall'infallibile legge naturale.
Guardo i
riflessi, respiro l'
aria e chiudo le porte della mia ricettività, senza telefono, senza computer, senza messaggi, solo ciò che offre questo spicchio di mondo su cui mi affaccio, breve vacanza da tutto.
Fisso lo sguardo apparentemente nel nulla o forse nel vuoto, trovando la porta del
giardino di dove non so, e quivi mi stendo, cercando il
buon odore, essenza di lieti riposi.
Oggi stacco, senza alcun ripensamento, ho necessità di non vedere, di non sentire, esiguo momento di gran
fortuna: non svegliatemi, non chiamatemi, non toccatemi. Lasciatemi sospesa, nel giardino di dove non so, a respirare l'essenza del buon odore.