“Approfittavo di Nic come approfittavo di chiunque. Tutti approfittano di chiunque”.
Da lì dove sono, in un bar qualunque di una Udine ordinata come quelle case in cui è la cameriera a sistemare le cose, Sara esamina i due tipi che ogni settimana attendono che lei apra, cercano fumetti o forse nuovi motivi per dare un valore alle loro letture. Ecco, giusto, forse cercano un appiglio che lei – ora che se n’è accorta – non gli vuole per niente offrire.
Apre la libreria come si apre un portafoglio quando si fa la carità, per scelta: che ti si arrovella dentro – farò bene, non farò bene – poi alla fine decidi sovrappensiero. In un apparente normale lunedì di pioggia, Sara si ritroverà a fare i conti con un pazzo fuggiasco che le venderà, e lei ci pensa se sia vero oppure no, niente meno che il reggiseno di Sylvia Plath.
È tentata a credere che abbia davvero un magico potere questo indumento intimo: trasformare chiunque lo indossi in uno scrittore ispirato dalla stessa potenza letteraria di colei cui era appartenuto. Il reggiseno magico è il movente, il viaggio è l’indagine.
Un racconto inaspettatamente introspettivo, sorretto in molte parti da una buona dose di volgarità. Che cosa è poi, qui, la volgarità? È il
Alberto Calligaris, che prima di essere un moschettiere si sente scrittore, ha scelto un ruolo non facile: da uomo, raccontarsi in prima persona come se fosse donna. E non una donna qualunque, Sara: ventenne o poco più, con i suoi timori e con i suoi sogni, con la fisicità che prevarica sulla spiritualità come ogni giovane vive.
Questo racconto giallo, misto a una poesia che si intravede qua e là uscire quasi incontenibile, è un mezzo che l’autore sceglie –o almeno così pare – per trascrivere le sue citazioni preferite.
Si presenta come astrologo e autostoppista, falsario e giocatore di scacchi e ha già al suo attivo diversi libri i cui titoli, da soli, fanno ridere e catturano l’attenzione. Perciò, anche se non dovesse vivere in Cornovaglia, e addirittura non possedesse il pollice verde, noi lettori terremo bene a mente che la cultura d’accordo, mentre la sega è un attimo!
Written by Daniela Montanari