Ogni cosa è animal collective. Il blog di Paggetto je t’aime

Creato il 19 aprile 2011 da Olga

Fu  proprio cercandomi gli occhiali che avevo in testa che mi venne in mente di quella volta che conobbi Paggetto, l’autore postmoderno o metacontemporaneo  di cui vorrei parlarvi.

Era un promeriggio di ottobre inoltrato,  eravamo al café au livre e io ero uscita con l’intenzione di sedurlo, senza nemmeno conoscerlo, per via della sapete noia. Padova, si parla di Padova.

Non lo sedussi, questo perché avevamo dei tratti comuni, e sembravamo fratelli. Forse lo sedussi. Ma decidemmo che eravamo fratelli: eravamo fidanzati, volevamo diventare giornalisti, leggevamo roba.

Un bel giorno d’estate poi, andai a trovarlo. Era stato in Erasmus e aveva conosciuto l’amore della sua vita. Era totalmente cambiato e mi trasmise il senso dell’errore. Sbagliavo. Senza nessuna meta. La specialistica. Poi tutto il resto.

Cambiai. Questo perché, quel giorno, lui mi aveva coinvolto, pubblicizzandomi quei buoni sentimenti, quel giusto romanticismo, quell’emozione. Gli chiesi: ma non volevi fare il giornalista? No, disse, quello che mi segue è morto. (Non so se sia morto davvero).

Eppure, a pensarci, un po’ di sesso accademico si poteva fare…

Paggetto, che si chiama Maynard e Joe Valigetta (ma forse anche My Nam) ha un blog, e vorrei consigliare a tutti di farci un salto. I testi non scorrono veloci, a volte non sono facili. Ma sono geniali e ben scritti; accostamenti freschi, contemporanei, pezzi di vita.  Tutto  è geniale: la scelta delle immagini, la scelta dei riferimenti. Un autore postmoderno all’americana (De Lillo, Pynchon) del quale, a differenza di questi, possiamo toccare le corde, per mezzo di riferimenti che sentiamo più nostri. Squadre di calcio, sfondi, personaggi politici e personaggi, musiche. E si, poi lui c’ha la fissa di Wallace. E’ divertente, brillante ironico e maschile. Un poco splatter e giustamente assurdo. Da tenere d’occhio.

E poi, i testi sono testi, ma se parliamo di blog conta anche l’aspetto grafico: le immagini, la struttura. La scelta dei corsivi, dei grassetti, i titoli. E Questo, sì,  è un vero blog letterario.

I pezzi consigliati:

1)La presentazione laterale scritta in dodici lingue

2)Esiste anche che

3) La mia vecchia squadra dei salesiani

Poi gli altri ogni tanto si pente e li toglie.

Lui vive a Berlino. Ama ancora la tedesca dell’Erasmus.

L’ultima volta che ci siamo visti era fuori da un pub ma doveva entrare perché c’era la partita. Ma mi diceva: beh, ma, raccontami. Sì ma non mettere i punti ai titoli,  rispondevo, non è creanza.

 


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