Ogni goccia di sangue di Michael Robotham

Creato il 15 marzo 2012 da Nasreen @SognandoLeggend

Nato in Australia nel novembre 1960, prima di dedicarsi alla scrittura di romanzi, Michael Robotham ha lavorato per diversi giornali e riviste in Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Come ghost writer, ha collaborato con politici, pop star, psicologi, avventurieri e personaggi dello spettacolo alla stesura delle loro autobiografie.
Il suo primo romanzo, “The Suspect”, è stato tradotto in ventidue lingue, mentre il secondo romanzo, “Lost“, ha vinto in Australia il premio Ned Kelly come miglior thriller del 2005. Nel 2008 “Il manipolatore” si è aggiudicato sempre il Ned  Kelly Award come miglior thriller dell’anno.
Michael Robotham vive con la moglie e le loro tre figlie a nord di Sidney.

Titolo: Ogni goccia di sangue
Autore: Michael Robotham
Edito da: TimeCrime
Prezzo: 7,70 €
Genere: Romanzo,Narrativa, Thriller
Pagine: 528 p.
Voto:

Trama: Se ne sta lì, in piedi davan ti alla porta, coperta di sangue.
È la vittima di un crimine? O ne è l’autrice?
Joseph O’Loughlin è uno psicologo criminale che collabora con la polizia di Bristol, un mestiere che riesce a gestire visto che ‘il signor Parkinson’, come lo chiama lui, non lo ha ancora costretto a ritirarsi.
A complicare ancora di più le cose ci si mettono la recente separazione dalla moglie e un rapporto difficile con la figlia più grande. Per Joe non è un gran momento; solo il lavoro, al quale si aggrappa con le poche forze rimaste, è la sua unica ancora di salvezza.
Una sera Sienna, la migliore amica della figlia di Joe, si presenta alla porta di casa O’Loughlin.
La ragazza è coperta di sangue; non apre bocca, è pallida, rigida, una statua di sale. Poco dopo il cadavere del padre di Sienna, Ray Hegarty, viene ritrovato dalla polizia: giace a faccia in giù accanto al letto della figlia.
O’Loughlin comincia a investigare per proprio conto, ma ogni passo lo conduce verso un ginepraio in cui si cospira perché regni il silenzio, la menzogna, perché certe verità fanno male: e allora è meglio insabbiare, corrompere, trovare un capro espiatorio che paghi per gli errori di tutti.
Ispirato a una storia vera, “Ogni goccia di sangue” conferma il talento cristallino di Robotham, consacrandolo definitivamente come uno dei più autorevoli protagonisti della scena del crime internazionale.

Recensione:
di Cerridwen

Il romanzo si apre mostrando la pagina di un diario: è il diario di Sienna.
Quelle che ci ritroviamo a leggere sono parole sofferte, graffianti, dense di sentimenti che minacciano di straripare avvolgendo la realtà per poi stritolarla fino a mandarla in pezzi.
La ragazza, appena quattordicenne, è la migliore amica di Charlotte “Charlie” O’Loughlin figlia di Joe, lo psicologo criminale protagonista di quest’ultimo avvincente thriller firmato Michael Robotham.

Sienna è una adolescente tormentata, debole e ferita. All’inizio non capiamo perché. Non sappiamo neppure da dove provenga tutto il dolore che percepiamo agitarsi come una creatura viva dentro di lei, nascosta dietro ogni suo gesto e fra le mezze frasi che dissemina lungo il corso della storia.
Timida, enigmatica e all’inizio quasi impenetrabile, Sienna è un mistero, una sfida alla quale è impossibile resistere.
E’ davvero innocente?
O è l’unica responsabile di un efferato e rivoltante atto di violenza qual è l’assassinio del proprio padre?

Il dubbio ci coglie tutti impreparati. Soltanto al termine del romanzo saremo in grado di distinguere i buoni dai cattivi, sempre se una distinzione del genere possa essere operata.
Forse il lettore dovrà accontentarsi di individuare il colpevole. E la vittima.

Parallela all’indagine sull’omicidio di Ray Hegarthy corre anche un’altra vicenda, che in apparenza sembra non aver alcun legame con la trama principale.
L’autore la introduce lentamente, quasi per caso e senza alcuna forzatura. Ne veniamo a conoscenza attraverso lo stesso Joe, ascoltando di volta in volta gli stessi quotidiani e notiziari che ascolta e legge, collegando, indizio dopo indizio, i tasselli mancanti che completano una catena di orrori e depravazioni indescrivibili.

Un processo per omicidio aggravato dall’accusa di odio razziale si apre a Bristol pochi giorni dopo l’assassinio del padre di Sienna.
I due casi non sembrano collegati. Sembrano essere due eventi distinti e separati.
Una serie di rivelazioni, tuttavia, finirà per far emergere verità che molti preferirebbe rimanessero celate.

Seguendo le intuizioni di Joe, il lettore si addentra sempre più in un universo scuro, pericoloso, che non concede perdono e non prevede misericordia.

La resa dei conti finale costringerà tutti, persino lo stesso Joe, a confrontarsi con  mostri che non stanno più nascosti sotto  letti o negli armadi.
Con mostri dall’aspetto delicato e gentile, quasi bello.
Con mostri che vagano liberi per le strade della città, paurosamente simili ad esseri umani.

L’ambientazione del romanzo è stupenda. La vicenda si svolge fra Bristol, Londra e una rapida incursione ad Edimburgo. L’atmosfera inglese c’è e si sente e costituisce uno dei principali punti di forza del romanzo.

Joseph O’Loughlin è un uomo devastato: dalla malattia, dalla separazione con la moglie, dai ricordi, dal rapporto tormentato con la figlia maggiore, dalla consapevolezza della quantità incalcolabile di orrori di cui è infestato il mondo. Introverso ed intuitivo, Joe è anche un ottimo osservatore di caratteri, di paure, di persone. E’ un uomo sensibile e anche un uomo estremamente onesto.

Joe possiede una mente brillante racchiusa in un corpo che sta andando lentamente in pezzi.
Citando le parole dello stesso autore “Non volevo mettere in scena il solito eroe pieno di sé, che combatte e trionfa; volevo che, per un tragico scherzo del destino, il protagonista avesse una mente brillante ma che la sua vita, le sue relazioni, mostrassero una zona opaca”.

Il romanzo è scritto in prima persona. La scelta di questo particolare punto di vista riesce a rendere ancora più coinvolgente l’evolversi della storia: il lettore è nella testa di Joe, osserva quello che osserva lui e interagisce con il variegato insieme di personaggi – indimenticabili – che gravitano intorno al protagonista.
La burbera Veronica Cray, ispettore capo e affascinante esempio di donna indipendente; l’irriverente e carismatico Ruiz, agente di polizia in pensione e, su tutte, l’inquietante figura di Novak Brennan.
Una moltitudine di caratteri e personalità diverse, tutte ugualmente interessanti, tutte ugualmente nate dall’unione di luce e ombra.

Il romanzo non è il primo dell’autore che ha per protagonista l’affascinante Joe, tuttavia, è possibile apprezzarlo anche senza aver letto i precedenti.
Volumi che comunque l’autore di questa recensione intende recuperare al più presto in quanto a suo parere necessari per delineare ulteriormente la figura di Joe O’Loughlin.

Si legge d’un fiato e cattura come pochi romanzi del genere sono capaci di fare.


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